L’oscurità è squarciata al ventre dalle torce che come pietre miliari incandescenti, segnano il percorso creando una mappa misteriosa; decine di teli accecano le insegne e i neon delle attività che sporgono sulle vie già madide di turisti. Un silenzio irreale prende le redini di tutto: al vocio della piazza, delle vie secondarie, al tintinnio dei bicchieri o al tonfo sordo e gommoso di un pallone calciato dai bambini, si sostituisce qualcosa che somiglia ad una preghiera collettiva, ed un ciak gigantesco e partecipe si solleva da qualche parte, come un sipario. Sono solo alcune delle suggestioni che caratterizzeranno nuovamente la Via Crucis in Costume, storica e celebre rievocazione che si terrà a Ravello il 9 aprile alle ore 20,00.
L’evento, un unicum anche a livello nazionale, è promosso dal Comune di Ravello con la generosa collaborazione delle associazioni e dei cittadini. Grazie ad un lavoro comune di passione che coinvolge le categorie del territorio, dai falegnami ai fabbri, alle sarte, e che si tramanda di generazione in generazione, Ravello, con l’affievolirsi del giorno, si lascerà attraversare da circa 300 figuranti e 40 attori. Ognuno degli angoli più noti, panoramici e suggestivi del paese, sarà palcoscenico e altare per una rivisitazione che unirà il misticismo alla commozione.
In un susseguirsi che aumenterà di intensità e partecipazione, si avvicenderanno le tappe della verità cristiana, da Gesù che ammaestra la folla al bacio di Giuda, dal Sinedrio e dalla fragilità di Pilato, al dolore di Maria, dalle cadute fino alla climax della Crocifissione quando il sagrato del Duomo di Ravello diventerà un elegante Golgota di pietà e dolore, di consapevolezza e mistero.
Non c’è una descrizione che possa essere davvero esaustiva per la Via Crucis in costume di Ravello. Ci sono cose che trascendono le parole, ne valicano l’abilità e la rendono fallace. La Via Crucis di Ravello è una di queste. E merita solo occhi e partecipazione, sia essa di fede, o solo di semplice curiosità.
E’ corretto dire che, alla fine, si andrà via dalla Chiesa di Santa Maria a Gradillo, ultima tappa del percorso, ultimo atto di un “viaggio” noto e doloroso, in maniera diversa da come si è arrivati. Non importa se credenti o meno. Qualcosa è accaduto, nel giro di poche ore, di quattordici stazioni, e con la complicità appassionata di un intero paese, Ravello, che, ancora una volta, non fa fatica a stupire.