A darne notizia il quotidiano Il Mattino oggi in edicola. Il 20 marzo prossimo, dunque, nel corso del dibattimento il collegio giudicante dovrà provvedere alla nomina di nuovi periti per accertare se le ferite riportate al cranio dalla piccina (eventuali scossoni dati dalla madre) sono compatibili con la causa della morte e se lecosto le trovate fratturate si sono rotte a causa di lesioni provocate dalla madre o da una ostopenia che rende fragili le ossa dei neonati.
La vicenda giudiziaria ebbe inizio ad ottobre del 2014 quando una bambina di soli due mesi morì al Santobono di Napoli. La piccolo eragiunta nell’ospedalepediatrico napoletano in gravi condizioni dal San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno.
La Procura di Salerno, su richiesta dei genitori, originari di Pontecagnano, aprì una inchiesta. I pm Roberto Penna e Francesca Fittipaldi in un primo momento indagarono 40 persone tra medici e paramedici. Disposta l’autopsia, l’esame rivelò che la bimba era morta a causa di alcune fratture sul cranio.