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Treno Verde a Salerno: inquinamento acustico in 4 punti su 5

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A Salerno in quattro punti su cinque il rumore raggiunge livelli ben al di sopra dei limiti consentiti dalla legge. L’inquinamento acustico sembra un problema marginale ma ha conseguenze dirette sul benessere e sulla qualità della vita e sta diventando sempre più una minaccia per la salute pubblica secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. La qualità ambientale dei centri urbani si misura anche dalle ecoperformance delle pubbliche amministrazioni che possono mettere in campo azioni concrete per ridurre gli impatti ambientali al fine di migliorare la qualità della città e della vita, a partire da una nuova idea di mobilità che privilegi il trasporto pubblico locale, una mobilità fatta di aree pedonali e zone a traffico 30 per agevolare anche la ciclabilità nelle città.

È questa la richiesta che arriva dal Treno Verde, la campagna di Legambiente e del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – realizzata con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare – che oggi chiude la sua tappa a Salerno, quinta città toccata dal tour 2017. I risultati del monitoraggio sono stati presentati questa mattina in conferenza stampa da Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente, Manuela Cardarelli, portavoce del Treno Verde, Luca Cascone, presidente Commissione Trasporti della Regione Campania, Alessandro Tullio, direttore Divisione Trasporto regionale Trenitalia Campania, Elisa Macciocchi, presidente del Circolo Legambiente Salerno, Modestino Ferraro, responsabile Ingegneria Direzione Territoriale Produzione RFI di Napoli e Francesca Ferro, direttrice del Circolo Legambiente Pontecagnano.

L’emergenza smog che si è manifestata nel 2016 in Italia non è stata sicuramente un’eccezione, a evidenziarlo c’è l’andamento dei superamenti di PM10 nel corso degli ultimi anni. Confrontando il periodo dal 2009 al 2015, emerge che nei sette anni le città coinvolte siano prevalentemente sempre le stesse. In Campania, Benevento e Napoli risultano tra le città che hanno superato il limite 7 anni su 7, Avellino ha superato il limite 6 anni su 7 mentre Caserta e Salerno hanno superato i limiti di PM10 3 anni su 7.

E il 2017 non sembra essere iniziato meglio. Poco più di due mesi dall’inizio dell’anno, infatti, alcune città campane hanno già superato o si avvicinano a toccare la soglia della metà dei giorni di bonus concessi dalla legge. Secondo i dati dell’Arpac elaborati da Legambiente, la maglia nera è per San Vitaliano (Scuola Marconi) dove – al 9 marzo – i giorni di superamento dei livelli di inquinanti consentiti dalla legge sono già 34 rispetto ai 35 consenti nell’arco dell’intero anno; a seguire Volla (via Felichito) con 32 superamenti; Acerra (Scuola Caporale) con 20 superamenti; Casoria (Scuola Palizzi) con 19; Napoli (Ferrovia) e San Felice a Cancello (C. Scolastico) con 14; Benevento (Via Mustilli) con 13 superamenti.

“Urge ripartire dai centri urbani. Le Regioni e il Governo abbiano il coraggio di andare in questa direzione attraverso interventi strutturali e progetti strategici – dichiara Stefano Ciafani, direttore generale Legambiente – Parlare di città liberare dallo smog significa anche tendere verso una riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti con l’obiettivo di riqualificarli completamente in 30 anni, pari il 3% all’anno.

È poi fondamentale intervenire sulle altre fonti di inquinamento, il settore industriale e quello energetico. Occorre dare priorità a strumenti come l’Aia e applicare le migliori tecnologie per ridurre le emissioni delle industrie, prevedere programmi di innovazione e riconversione rispetto alle tecnologie e alle lavorazioni maggiormente inquinanti, dotarsi di  sistemi di monitoraggio in continuo da installare sui camini e sulle fonti emissive, in modo da avere costantemente un quadro sulle concentrazioni delle sostanze inquinanti che vengono emesse in atmosfera e, nel caso, prendere gli adeguati provvedimenti per la qualità dell’aria e la tutela delle persone”.

Le città sono il centro della sfida climatica in tutto il mondo, perché è nelle aree urbane che si produce la quota più rilevante di emissioni. Per questo è indispensabile ripartire dai centri urbani avviando ripensando al sistema della mobilità, facendo scelte innovative per farle uscire dall’immobilismo attuale in cui si trovano e affrontare i problemi legati all’inquinamento ambientale e alla vivibilità quotidiana.

“Di fronte allo smog e all’inquinamento acustico è necessario adottare innanzitutto misure preventive prima che soluzioni emergenziali – osserva Elisa Macciocchi, presidente del Circolo Legambiente Salerno – Una “domenica ecologica” all’anno non è sufficiente a combattere l’inquinamento atmosferico ed acustico ma servono misure radicali e una volontà politica forte per metterle in campo. Uno dei nodi principali da affrontare è il trasporto a livello urbano ed extra urbano. Prioritario è mettere finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate su uno svecchiamento del parco autobus puntando su mezzi a metano, su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa (dalle biciclette al car sharing, dal trasporto pendolare su ferro alla promozione della mobilità elettrica), zone 30. Occorre insomma ripensare il modo di vivere le nostre città per una mobilità verso “zero emissioni”».

IL MONITORAGGIO SMART DEL TRENO VERDE. Il monitoraggio del Treno Verde – realizzato grazie alla collaborazione con VALORIZZA brand di Studio SMA e Gemmlab, Orion, e con il contributo scientifico della Sapienza, del CNR-IIA e dell’Università IUAV di Venezia e realizzato grazie ad una strumentazione portatile che consente di misurare i valori di inquinanti atmosferici (PM10, PM2,5, PM1) e acustici – non vuole sostituirsi ai controlli eseguiti dagli enti preposti, ma fornire un’istantanea, in termini d’inquinamento atmosferico e rumore, su alcuni percorsi all’interno dei quartieri delle nostre città.

Nei cinque punti individuati nel comune campano sono state eseguite, nelle giornate del 9 e 10 marzo, misurazioni di un’ora di polveri sottili e di rumore (Corso Cavour, all’altezza di Piazza Mazzini, via Posidonia all’incrocio con via Martiri Ungheresi, Largo Conforti Abate, via dei Greci 144, all’altezza della zona industriale dove sorgono le fonderie, via del Carmine, all’altezza via Piave).

Le misurazioni del rumore eseguite dai tecnici di Legambiente hanno superato i limiti previsti dal piano di zonizzazione acustico della città. In particolare, nella strada nei pressi di una scuola in Largo Conforti Abate, il rumore immesso dalle diverse sorgenti cittadine ha raggiunto un LAeq (l’unità di misura equivalente per le misurazioni ambientali) di 59,3db contro i 50db come limite normativo per zone che ricadono nella prima classe (aree particolarmente protette come, appunto, le scuole).

Male anche gli altri punti dove il LAeq ha raggiunto i 66,2 db in corso Giuseppe Garibaldi all’altezza di piazza Mazzini (contro un limite di 65db), 56,2db in via Posidonia all’incrocio con via Martiri Ungheresi, nella porzione sud della città (contro i 50db previsti per le “aree particolarmente protette” della classe i di zonizzazione acustica) e 59,3db in Largo Conforti Abate (limite previsto 50db). Pari a 68,8db, appena entro il limite di legge, il punto monitorato in via dei Greci, all’altezza della zona industriale dove sorgono le fonderie (limite previsto nelle aree prevalentemente industriali di 70db). Infine supera i limiti di legge anche il punto di via del Carmine, all’altezza di via Piave, dove i decibel hanno raggiunto i 68,7db contro un limite di 50db previsto dalla zonizzazione.

Bassi i valori di polveri sottili registrati nelle misurazioni di un’ora eseguite in alcuni punti strategici della città e nelle misurazioni di 10 minuti eseguite nelle vie secondarie.

 Novità di quest’anno è la misurazione dell’inquinamento indoor con l’analisi di alcuni inquinanti che determinano la buona o la cattiva qualità dell’aria in un ambiente chiuso, come a scuola, a casa, al lavoro.

A Salerno il monitoraggio è stato eseguito nel Convitto Nazionale “Torquato Tasso”. Per esigenze di risparmio energetico si tende a sigillare gli ambienti che, di conseguenza, tendono ad arricchirsi di composti inquinanti emessi da materiali, persone e prodotti.

Il monitoraggio indoor svolto dai tecnici di Legambiente, col supporto dell’Università IUAV di Venezia, è stato eseguito il 9 e 10 marzo. “Dalle misurazioni eseguite risulta un’efficace ventilazione dell’aula monitorata, grazie anche all’apertura delle finestre, e certamente facilitata dal bel tempo trovato. La concentrazione di CO₂ si colloca sempre nell’intervallo del pieno benessere, con valori spesso solo immediatamente superiori alla concentrazione di CO₂ nell’ambiente esterno” sottolinea il prof. Luigi Schibuola dell’Università IUAV di Venezia.

 

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