“Nelle ultime riunioni in Conferenza delle Regioni ho alzato la voce, chiedendo ai veneti e ai lombardi l’applicazione di costi standard per tutte le Regioni sulla sanità. Non vogliamo solidarietà ma fondi uguali per tutti”. Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania nel corso di un convegno dell’università Parthenope a Napoli. “Lancio una sfida – ha detto De Luca – usiamo le stesse risorse per tutti cittadini, ma le Regioni del nord non sono d’accordo. Al di là delle chiacchiere sulla solidarietà al Mezzogiorno, la verità è che la concorrenza è spietata e dobbiamo fare la guerra per difenderci”.
Sui criteri attualmente usati per il riaperto dei fondi della sanità, De Luca ha spiegato che “l’età anagrafica pesa, certo, per le cure alla popolazione anziana. Ma pensiamo anche alle nuove patologie che riguardano le giovani generazioni come le tossicodipendenze, i fattori legati alla deprivazione sociale. E poi diciamo la verità, un settantenne che vive a Mantova sta molto meglio di un 50nne che vive nei grandi quartieri devastati a Napoli nord e a Caserta. Ma in Italia i blocchi di potere sono formidabili e c’è un blocco emiliano-veneto che prescinde dagli interessi di partito ma guarda solo ai territori, solo qui in Campania siamo talmente imbecilli da fare la guerra nei cortili e non riusciamo a essere uniti per difendere i territori”.
LA RISPOSTA DELLA LORENZIN
“La prossima settimana riconvocherò regioni per rivedere i ticket”. Cosi’ intanto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nel corso della trasmissione di La7 ”Coffee Break”.
Il ministro ha ribadito, come già affermato in un’intervista due giorni fa, che i ticket incidono per 3 miliardi di euro sui 113 del Fondo Sanitario Nazionale, e che potrebbero quindi essere aboliti, agendo ad esempio sulla spending review. Lorenzin ha anche stigmatizzato le differenze regionali nei ticket, recentemente messe in evidenza da un rapporto dell’Agenas, e ha affrontato il problema delle liste d’attesa. “Stiamo fronteggiando il problema delle liste di attesa a macchia di leopardo e con grandissima lentezza. Credo – ha affermato nella trasmissione ‘Coffee Break’ – che il modello migliore sia quello emiliano, dove sono state messe in campo una serie di misure in questi tre anni, che hanno di fatto eliminato le liste di attesa. Adesso stanno lavorando non solo sulla parte dei laboratori, ma anche su quella degli interventi chirurgici. Sono molto avanti”.
(ANSA).
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