Per il momento è in esame la proposta della deputata Pd Patrizia Maestri, che limita il loro utilizzo alle sole imprese familiari senza dipendenti, fissando un tetto di tremila euro l’anno nell’acquisto di buoni lavoro da parte del committente. Pensionati, disoccupati, extracomunitari, studenti, soggetti nelle comunità di recupero e disabili, saranno gli unici che potranno utilizzare i voucher per lavorare. Dopo le parole del Segretario Nazionale Camusso anche le realtà minori che si attivano per combattere la disoccupazione e il problema lavoro, dicono la loro.
Pietro Vivone, Presidente Provinciale della FedApi, Federazione Artigiani e Piccoli Imprenditori, si dice sorpreso per: “le dichiarazioni della Cgil sui Voucher. E’ evidente che non ci si è fermati abbastanza a comprendere l’evoluzione dei buoni lavoro”.
E continua: “Sicuramente sono nati con delle problematiche e verranno ulteriormente migliorati con quest’ultima manovra. Tra i punti inseriti nel decreto legge, il provvedimento in cui i voucher dovranno presentare anche l’indicazione obbligatoria dell’orario di inizio e di fine prestazione”.
“Propongo – spiega Vivone – di criticare di meno e fare proposte alternative utili per dare delle risposte ai tanti italiani che non hanno ancora possibilità lavorative concrete”. Conclude poi, affermando che: “bisognerebbe guardare al sindacato e alla politica, partendo dai territori. Chiedo, inoltre, ai referenti territoriali della CGIL il loro pensiero a riguardo, se appoggiano la visione, a mio parere, miope e distorta di Susanna Camusso sul tema voucher”.