Il libro racconta la storia di Meriam Ibrahim Ishag, che nonostante fosse incinta all’8 mese fu condannata a morte in Sudan per apostasia e liberata solo dopo lunghi mesi di mobilitazione internazionale, che ha visto protagonista proprio la Napoli, giornalista ma anche attivista per i diritti umani alla quale il presidente della Repubblica ha riconosciuto la Medaglia di Rappresentanza, per il suo impegno sociale e come autrice della mostra “Volti e colori del Darfur”, che la scrittrice ha dedicato a Salerno sua città natale.
“Il mio nome è Meriam”, il terzo libro della Napoli arrivato in libreria a un anno dalla liberazione della cristiana rimasta in carcere sei mesi con un bambino di un anno e mezzo e in procinto di partorire, ricostruisce una vicenda giudiziaria e umana di risonanza mondiale con al centro l’impegno del governo italiano, che si è speso per la soluzione del caso.