I saluti del Sindaco Pietro Pentangelo hanno aperto i lavori. Il primo cittadino ha espresso soddisfazione per l’iniziativa che ha inteso ricordare e dare esempi concreti ai giovani con l’impegno e il sacrificio dei giudici Falcone e Borsellino. Chiare e dirette le parole espresse dal Procuratore nazionale AntiMafia Franco Roberti che ha ripercorso quel particolare periodo storico con il martirio dei giudici Falcone e Borsellino, evidenziando la lungimiranza di quei servitori dello Stato che riuscirono a mettere alle strette la struttura mafiose con il maxi processo di Palermo e costruendo un vero architrave, osteggiato non solo dalla criminalità ma anche da pezzi deviati dello Stato e che portò al loro sacrificio.
“Se Falcone avesse potuto gestire quel processo di innovazione e di forte contrasto alla mafia, avremmo avuto oggi maggiori risultati ma non demordiamo – ha continuato Roberti – Lo Stato c’è come l’impegno a tutelare i cittadini nella lotta quotidiana al terrorismo e alle mafie non più localizzate come negli anni passati ma sempre più diffuse a livello internazionale”.
L’intervento del giornalista Agostino Ingenito si è incentrato sulla narrazione di quei 57 giorni che intercorsero tra le stragi di Capaci e di Via D’Amelio e sulle storture di quel periodo storico. Non ha esitato a fare una cronistoria della malavita territoriale il procuratore vicario di Nocera Inferiore Amedeo Sessa che ha evidenziato le difficoltà quotidiane delle procure e dell’amministrazione giudiziaria nel contrastare i reati.
Il giornalista Sky Tg24 Paolo Chiariello ha invece raccontato la sua attività quotidiana di corrispondente dalla Campania del network internazionale. Reati, criminalità, corruzione, l’abbandono del territorio casertano dopo i maxi arresti dei Casalesi e le difficoltà nella gestione dei beni confiscati nell’intervento di Chiariello. La sua esperienza di magistrato di “frontiera” per la Dda di Reggio Calabria nel racconto di Simona Ferraiuolo che nel suo intervento ha evidenziato la difficile condizione del territorio calabrese tra narcotraffico e i pesanti condizionamenti della ndgheta.
L’incontro moderato dalla giornalista Mariangela Palmieri si è concluso con la testimonianza della vedova e la figlia del sindaco di Pagani Marcello Torre, ucciso dalla camorra nel 1980.
è un Paese allo sfascio, dove sempre più spesso la politica il crimine il malcostume e il malaffare sono andati a braccetto; dai favolosi anni 50 in poi, e passando per dove il cancro è scoppiato poi definitivamente, dai “meravigliosi” anni 80 in avanti. Ergo, POSSO PROVARE FIDUCIA IN UNA SINGOLA PERSONA….certo non in una categoria a parte….perchè la “categoria” dei salvatori della patria è anch’essa frutto dello stesso sistema; non escono certo dall’uovo di pasqua, anzi…spesso, quasi sempre è proprio il contrario…!!
Uno Stato che paga pensioni d’oro per circa 3,5 miliardi di euro all’anno, che versa stipendi milionari per boiardi di Stato e manager pubblici, tollerando nel quotidiano categorie “protette” in nome di una PRESUNTA superiorità professionale e morale e di PRESUNTI DIRITTI ACQUISTI…..non è il mio Stato: è il mio incubo peggiore. Ecco perchè ai miei figli dico sempre, da piccoli: imparate le lingue e scappate via, lontano da questo letamaio di sepolcri imbiancati.