Minorenni stuprarono ragazzina di 15 anni, ora tornano in libertà

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In dodici, tutti minorenni, un anno fa furono arrestati e finirono in comunità per avere stuprato e filmato ripetutamente una 15enne, costringendola a sottostare alle violenze del branco con la minaccia di diffondere i video hard realizzati in un bosco. Accadde a Pimonte, paese dei Monti Lattari.

Stamane il gup del Tribunale dei Minori di Napoli ha disposto un programma di riabilitazione per gli 11 ragazzi (uno di loro all’epoca era 13enne e quindi non imputabile). Già ai domiciliari dallo scorso 20 febbraio, ora sono destinati a tornare a scuola o lavorare (uno di loro ha raggiunto i 18 anni di età), svolgere attività sportive e di volontariato.

L’unica restrizione disposta dal giudice è di non avvicinare in alcun modo la vittima, ma di adoperarsi per ristabilire – mediante adeguati comportamenti e scuse – dei buoni rapporti con lei dalla quale devono ottenere il perdono. Per il resto, ultimati i compiti scolastici o lavorativi, quelli sportivi e di volontariato, potranno essere liberi di uscire e frequentare i propri amici in locali o in piazza.

Lo stupro di gruppo emerse quando i carabinieri avviarono (tra maggio e giugno del 2016) indagini sul branco che faceva girare da un telefonino all’altro i video della ragazzina di Pimonte ”ceduta” dal suo fidanzatino ai suoi amici.

La ragazza veniva costretta ad avere rapporti con tutti loro. Molti degli aguzzini risultarono appartenenti a famiglie oneste di operai e contadini. Bravi ragazzi in famiglia, ma che erano stati in qualche modo condizionati ad agire come dei bulli da tre capi-branco, cugini tra loro e legati da vincoli di parentela a pregiudicati locali.

Fu uno choc per tutto il paese che fece quadrato intorno alla famiglia della vittima, ma fu uno choc anche per le famiglie dei ragazzi colpevoli. A fare maggiore impressione fu il dettaglio per cui le violenze si consumavano in una delle capanne che a Natale ospitava il Presepe vivente.

Dopo la denuncia, la vittima è stata seguita da uno psicologo ed è tuttora affidata alle cure dei medici perché non è ancora riuscita a rasserenarsi. Tuttavia, per i danni subiti, le è stato riconosciuto un risarcimento economico che ognuna delle famiglie dei ragazzi colpevoli delle violenze pagherà per la propria parte.

Fonte ANSA

4 Commenti

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  • Ma ci ostiniamo ancora a chiamarla legge ?il codice penale è diventato il codice di barzellette .Vuoi vedere che se fanno i bravi e la ragazza non li perdona viene punita e additata?Perchè in Italia siamo bravi anche in questo.

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