Sono queste le parole della Superiora generale, suor Yvonne Reungoat in risposta ad una lettera che il sindaco di Salerno, Vincenzo Napoli aveva indirizzato alla stessa per scongiurare “la fine dell’attività svolta, nella nostra città, dalle Suore di Maria Ausiliatrice dell’Istituto Femminile inserito nel grande complesso dell’Opera Salesiana che, per essere profondamente radicata nel territorio da sempre, dà il suo nome all’intero quartiere Madonna del Carmine e S.Giovanni Bosco”.
Dopo una visita all’Istituto da parte del sindaco con il consigliere comunale Sara Petrone, seguito da un incontro con l’assessore alle Politiche Sociali, Nino Savastano “ci facciamo portavoce – si legge ancora nella lettera a firma del primo cittadino – della profonda apprensione dell’intera cittadinanza per il grave impoverimento del venire meno della preziosa attività educativa. Il quartiere non sarà mai più lo stesso senza la presenza delle Suore di Maria Ausiliatrice”.
La risposta della Superiora generale, però, è stata chiara: “Nessuno vorrebbe mai eliminare una presenza e un presidio educativo. Il cuore è sempre dolorante nel doverlo fare. Scelte di questo tipo giungono dopo un accurato discernimento.
Il processo di ristrutturazione, avviato nelle Ispettorie italiane da alcuni decenni, porta a volte a dolorosi ridimensionamenti e anche alla chiusura di una presenza. Questo non per mancanza di apertura al futuro o per volontà di abbandonare una realtà territoriale che, a Salerno, è veramente ricca e variegata, ma per povertà di vocazioni”
sicuramente è piu remunerativo dare accoglienza per 35 euro al giorno alla tratta degli immigrati
Caro Max, fidati che è molto meglio che quegli spazi vengano impiegati per ospitare immigrati piuttosto che affidare bambini a delle persone che non credo abbiano mai studiato nulla di pedagogia. Siamo in tanti a non avere bei ricordi degli anni passati tra qulle mura… fatta eccezione per qualche insegnante, civile e non, altro non si faceva che mendicare soldi a destra e a manca. Le care e belle suore, almeno nel mio caso, hanno contribuito tanto nel portarmi all’ateismo. E di questo gliene sono grato.
Il sindaco Napoli, invece, farebbe bene a preoccuparsi delle scuole comunali che mancano persino dei servizi basilari. Iniziasse anche a far pagare le tasse su quegli immobili e a reimpiegare i “nuovi” introiti in iniziative educative, visto e considerato che, a detta sua, è venuto a mancare un grande punto di riferimento per la città.
Qui l’immigrazione non c’entra e nemmeno le vocazioni. E’ solo una questione economica, l’unica vera dottrina della chiesa cattolica. Come dice l’ex studente si pensi a potenziare e ristrutturare le scuole comunali e provinciali di quelle cattoliche non ne sentiremo la mancanza. E ai genitori dei bambini…lodate il vostro dio, vi ha permesso di”scappare” da quel conclave che di educativo non ha nulla come è il nulla la religione.
Ben presto vi renderete conto del “nuovo” che avanza, nelle scuole pubbliche. Ma per quel tempo l’educazione delle suore, magari con tutti i suoi limiti e difetti, la rimpiangerete tutti, ex allievi compresi…