Dopo l’allontanamento dalla famiglia il loro unico pensiero è stato restare uniti tutti sotto lo stesso tetto, tutti insieme con un’altra mamma e un altro papà che li sappiano amare senza dividerli.
Il sito online del Kansas City Star, ha dato voce al loro desiderio. L’annuncio “Famiglia cercasi” ha scatenato la rete, raccogliendo in poche ore il click di migliaia di coppie pronte ad accogliere i cinque fratelli.
Bradley, il maggiore, ha 11 anni e ama la musica; Preston, 10 anni, adora la natura e il football; Layla 8 anni, appassionata di hip hop; London, 6 anni, colleziona Pokémon e Olly, 2 anni, la piccola di casa, non parla, ma chiede le coccole.
Vogliono una vita normale e internet sta rendendo tutto più facile. L’immediatezza della rete ha permesso agli assistenti sociali di individuare rapidamente le potenziali famiglie fra le tantissime che hanno dato la loro disponibilità. Una adozione a portata di click, l’iter è avviato.
Questa bella storia, per la quale il lieto fine pare sia ormai alle soglie, mi induce tuttavia a pensare che sempre più spesso veniamo attratti da ciò che in qualche modo riesce a suscitare clamore, richiama la curiosità, mentre invece, presi dai problemi e da noi stessi, non cogliamo il disagio e le mille sofferenze di chi ci sta accanto.
Se da un lato il web è divenuto necessario al nostro quotidiano, per lavorare, apprendere, conoscere, approfondire e perché no, socializzare ed interagire più agevolmente, dall’altro non deve catalizzare la nostra attenzione al punto da divenire il luogo in cui far fluttuare l’assoluto.
Internet è senza dubbio un prezioso strumento; utilizziamolo con equilibrio ed intelligenza per attingere alla smisurata fonte di informazioni di cui è capace e per fruire delle infinite diavolerie con le quali ci ammalia e seduce, ma non sostituiamolo al bisogno che la persona ha di vivere emozioni vere.
I nostri affetti concorrono a comporre un patrimonio di valori che certamente nessuno, se non le relazioni umane autentiche, potrà mai, mai mettere in rete.
editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista
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