“Oggi i lavoratori socialmente utili presenti negli enti della regione Campania sono circa 5000 – spiega – e svolgono attività, erroneamente definite di “supporto”. Da oltre vent’anni la loro condizione di precarietà incide negativamente sulle già disagiate condizioni economiche in un contesto fortemente segnato dalla crisi, oltre che sulle aspettative pensionistiche”.
“Ci auguriamo che il governo intervenga – conclude Cirielli – anche per poter definire le procedure per la loro stabilizzazione, nel rispetto delle funzioni e delle mansioni svolte, riconoscendo gli arretrati contributivi degli anni di servizio prestati presso gli enti utilizzatori”.