Prima della sua costruzione, il porto si fermava qualche metro prima, lasciando spazio al mare. E lì per 30 anni ha lavorato Salvatore Orilia, tifoso storico della Salernitana che ha incontrato in questo luogo così importante e ricco di ricordi Alessandro Rosina (numero 10 e capitano della squadra di Bollini). Il sole è in fase calante e Alessandro non può che rimanere ancora una volta affascinato dai colori e dalla vista della città che si prepara alla notte. “Ti piace Salerno?”, chiede Salvatore, ma la sua sembra tanto una domanda retorica. Alessandro sorride e annuisce. “Come si fa a non rimanere rapiti da questa cartolina: un vero spettacolo. Da sempre sono affascinato dalle città di mare, e qui svegliarsi ogni giorno con il sole ed una vista così è veramente impagabile”.
Durante la loro passeggiata lungo una delle passerelle esterne della stazione marittima, Salvatore e Alessandro si comportano come due amici che si conoscono praticamente da sempre. Il tifoso abbraccia il suo capitano, lo rincuora del momento difficile e Alessandro è a metà tra l’emozionato e l’estasiato. “Ti ringrazio per le bellissime parole e spero davvero di poter ricambiare sul campo, perché lo so che tu per la Salernitana ci tieni più di ogni altra cosa”. Salvatore ha la risposta pronta.
“Ogni mattina mi sveglio con un pensiero fisso: la squadra”. Ma c’è anche un’altra cosa alla quale tiene tantissimo. “Il Santo protettore della città è San Matteo e per noi salernitani il giorno della sua festa è un giorno speciale. Io ho la fortuna e l’onore di essere uno dei portatori della statua del Santo, cosa che per me è davvero importantissima”. Alessandro è colpito dall’emozione e dalla passione del tifoso che mentre racconta della sua vita a tratti si commuove.
Intanto il sole cala e alle loro spalle si accendono le luci di Salerno. E’ l’occasione giusta per Salvatore per illustrare al suo capitano la città vista da una prospettiva diversa. “Vedi, lì c’erano dei cantieri navali e adesso c’è una città in continuo movimento. Poi in alto si può vedere il Castello Arechi, che poi è anche il nome dello stadio dove giochi tu”, e mentre parla indica le varie zone. Ma il mare e le barche ormeggiate e pochi passi, non possono che far venire una curiosità a Salvatore: “So che tu hai una grande passione per la pesca”. Alessandro conferma: “Quando posso mi prendo una barca e me ne vado in mezzo al mare. E’ una sensazione bellissima che ti consente anche di prenderti delle pause per riflettere e staccare la spina”. Ma non da solo… “
Quest’anno ho coinvolto anche alcuni compagni e ogni tanto ce ne andiamo tutti insieme. Il pescato più importante non ti dico dove l’ho fatto altrimenti poi tutti i pescatori della zona mi rubano l’idea…”, aggiunge ridendo. Tra i due c’è una confidenza tale che Salvatore si sbilancia. “Alla fine del campionato ti voglio fare un bel regalo: una canna di quelle artigianali, fatta come si deve”.
Alessandro ringrazia e si abbracciano ancora, come due fratelli che si salutano dopo una serata passata insieme a raccontare e a ricordarsi della loro infanzia. Salvatore con le sue storie di tifo e di cittadino salernitano doc, Alessandro con le sue emozioni e quella voglia di tornare in campo più forte di prima: per fare felice Salvatore e per fare felice tutta la tifoseria della Salernitana. Una (ri) partenza la sua, che ha come prima fermata la stazione marittima di Salerno.
Fonte Lega B
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CHE BELLE PAROLE QUELLE DI SALVATORE,VERE,POSITIVE DI UN GRANDE UOMO E UN GRANDE SALERNITANO.PURTROPPO IN UNA CITTA’MORIBONDA,IN GINOCCHIO,SOFFOCATA DAL DEGRADO E DA ENORMI RESPONSABILITÀ E ATTUALI INCAPACITÀ AMMINISTRATIVE,GRAZIE SALVATORE.
Edmondo De Amicis non era nessuno a confronto di Salvatore Orilia.
Grande pagina di letteratura italiana.