Il club ha divulgato una nota pubblicata sul sito della società nella quale afferma di comprendere “questa decisione dolorosa per loro ma anche per noi che in questo momento ci stiamo giocando una ‘sopravvivenza sportiva’: sabato avremmo dovuto giocare all’Arena Garibaldi la prima di sei battaglie fondamentali da vincere tutti insieme, purtroppo ancora una volta non sarà così”.
La società però non fa polemiche e anzi afferma: “Avremo un campo di battaglia più neutrale, ma non ne faremo un alibi. Proveremo a guadagnarci i punti che ci separano da un traguardo importantissimo lottando fino all’ultimo secondo dell’ultima partita”. Dal canto loro i gruppi organizzati della curva ribadiscono che entreranno allo stadio al 53′ (53 sono i Daspo notificati finora) per contestare “l’ingiustizia subita dalle autorità” e chiedono “alla squadra e alla società di comprendere la lotta che stiamo portando avanti”
IL COMUNICATO DELLA CURVA PISANA: “Non c’è giorno che passa che non ci venga fatta la solita domanda: sabato c’è il tifo dal primo minuto? Sabato fate sciopero? Abbiamo quasi la sensazione che questa sia la sola cosa che interessi, facendo quasi passare in secondo piano tutto quello che abbiamo fatto noi fino ad oggi e soprattutto l’ingiustizia e l’infamia che ci sta colpendo. Intanto aggiorniamo il dato delle diffide pluriennali che ci stanno colpendo: ora siamo a 53 che, se si aggiungono alle 8 già emanate a suo tempo, fanno 61, con ancora una decina di ragazzi in attesa di ricevere il probabile daspo.
Che alla fine per i “non” fatti di Empoli si arrivi a circa 70 daspo notificati è qualcosa di clamoroso, daspo tutti lunghissimi, fino a 8 anni. Non pensate che per noi non sia dura, non pensate che prendere certe decisioni ci diverta, non pensate che a noi del Pisa non interessi: abbiamo sempre e ampiamente dimostrato l’esatto contrario. Il concetto è uno: la coerenza che ha mandato via Petroni è la stessa che ci farà entrare al 53esimo sabato in occasione dell’importantissima partita contro la Salernitana. Le due cose non si possono dividere. Pisa non si piega mai.
Se adesso la Curva entra e fa il tifo perché altrimenti non vuole il bene del Pisa, questa estate doveva abbonarsi, e fare il tifo col Celta Vigo e non bloccare i giocatori a San Rossore perché rischiava di far saltare il campionato. Lì la Curva ha lottato per la città e il resto dei tifosi, ora la città e il resto dei tifosi, ma anche Gattuso, la squadra e la nuova società devono perlomeno accettare e capire la lotta della “Curva”: noi lottiamo per la “sua” sopravvivenza ma il fatto che sopravviva è garanzia per tutta la tifoseria e per la città. Se si ripresenta una situazione tipo quella di Petroni, o qualcosa di simile, ci deve essere qualcuno che vigila, lotta e guida la protesta.
La lotta di adesso è un investimento per il futuro quasi quanto la salvezza. Perché la sparizione di una Curva non si noterebbe tanto ora, per il mancato tifo, quanto nei prossimi anni. Noi stiamo compattando tutte le nostre forze, 70 daspo mirati a tutta gente dei Gruppi metterebbero in difficoltà qualsiasi Curva, ma noi ci siamo sempre: non abbiamo assolutamente intenzione di far festa e darla vinta a chi ha il chiaro ed unico scopo di farci sparire!!!
Stiamo aspettando delle risposte, sia dal Governo, a cui a giorni verrà presentata la raccolta firme, sia dai giudici per i ricorsi contro le firme in questura, sia dalla stessa questura di Firenze per le 10 persone ancora in bilico. Entrare e fare il tifo dal primo minuto come se niente fosse successo, come se fosse normale che 61 (per ora) di noi stiano a casa o in questura a firmare per un errore commesso proprio dalla questura, non lo riteniamo giusto. Ma chiariamo: non è una decisione “per sempre”, ma per Sabato sicuramente sì. Noi nonostante tutto ci siamo e ci saremo.
I provvedimenti della Questura sono stati sconfessati dal giudice, che ha però per legge solo il potere di togliere l’obbligo di firma. Il giudice ha tolto a molti l’obbligo di firma ribattendo punto per punto alle accuse mosse nei nostri confronti dalla questura di Firenze. Ma ci sarà bisogno di ricorrere al TAR per cercare giustizia e annullare questi infami daspo. La protesta non è solo a favore di coloro che hanno subito questi ingiusti provvedimenti, ma è anche a tutela di tutta la tifoseria.
Ognuno di noi un domani, la prossima trasferta o la prossima in casa, potrebbe passare da un “punto X” nel momento fatale, o parcheggiare in via Bianchi invece che in via Bonanno, e ritrovarsi magicamente con 8 anni di diffida, denuncia penale e firma. La lotta contro l’abuso di potere e i provvedimenti indiscriminati riguarda tutti, chi entra prima e chi entra dopo, chi canta e chi sta zitto… Come il fallimento societario avrebbe coinvolto tutti, anche questo accanimento giudiziario riguarda tutti. Per cui non chiediamo di partecipare alla protesta, ma almeno di capirla e condividerla!!! Noi lotteremo sia perché sia cancellata l’infamia di Empoli, e i ragazzi coinvolti possano tornare allo stadio, sia perché di situazioni come questa non ne accadano più. I GRUPPI DELLA CURVA NORD”.
LA REPLICA DELLA SOCIETA’ TOSCANA . “Abbiamo letto con attenzione il comunicato dei gruppi della Curva Nord. Rispettiamo e comprendiamo questa decisione dolorosa per loro ma anche per noi che in questo momento ci stiamo giocando una ‘sopravvivenza sportiva’. Sabato avremmo dovuto giocare all’Arena Garibaldi la prima di 6 battaglie fondamentali da vincere TUTTI insieme. Purtroppo ancora una volta non sarà così. Avremo un campo di battaglia più neutrale, ma non ne faremo un alibi. Come già detto proveremo a guadagnarci i punti che ci separano da un traguardo importantissimo lottando fino all’ultimo secondo dell’ultima partita!”
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