Dopo oltre cinque anni di chiusura, riapre al culto la chiesa di San Francesco, annessa all’area conventuale, grazie alla proficua collaborazione tra il Comune di Sanza, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e la diocesi di Teggiano-Policastro.
La cerimonia ufficiale di riapertura è in programma domenica, 2 aprile, alle ore 11:00, alla presenza di autorità civili, religiose e militari per mostrare a tutti i lavori di restauro che hanno riportato al suo antico splendore uno dei luoghi più significativi del centro montano del Parco nazionale degli Alburni, Cilento e Vallo di Diano. Parteciperanno, fra gli altri, il vescovo della diocesi di Teggiano-Policastro, mons. Antonio De Luca, il parroco don Giusepe Spinelli ed il sindaco di Sanza, Francesco De Mieri.
“Non è stato semplice portare a termine gli interventi – dichiara il primo cittadino De Mieri – in quanto in un primo momento abbiamo ereditato un progetto privo di copertura finanziaria. Abbiamo, pertanto, dovuto prima reperire i fondi e poi integrare i pareri della Soprintendenza BAP. Insomma siamo più che orgogliosi di riconsegnare alla nostra cittadinanza il complesso conventuale dopo un arduo lavoro burocratico-amministrativo della nostra amministrazione comunale”.
I fondi impiegati, oltre un milione di euro, per la realizzazione degli interventi effettuati sull’intero complesso conventuale sono stati attinti da finanziamenti reperiti sia dalla cosiddetta “Accelerazione della Spesa”, introdotta dalla giunta regionale guidata dal presidente Caldoro, sia dalle risorse P.O.C. 2014/2020. I lavori hanno interessato l’intera struttura conventuale e, più in particolare, l’area esterna e la chiesa con il recupero degli arredi lignei e dei materiali lapidei.
La chiesa di San Francesco d’Assisi, di epoca seicentesca, al suo interno propone importanti opere tra le quali un prezioso dipinto del XVIII secolo raffigurante l’effigie del Servo di Dio Padre Angelo da Maiori, vissuto a lungo e morto nel convento sanzese nel 1738 e la statua lignea del Santo Pasquale Bailon realizzata dall’artista Sabino Peluso nel 1749. Rilevanti artisticamente sono, inoltre, il ciborio lapideo, opera dello scultore Andrea Carrara, ed il portale di ingresso.
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