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Higuain al S.Paolo notte dei 50.000 fischi

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Fischi assordanti ad ogni tocco di palla, nessuno striscione di rabbia dal tifo organizzato ma alcuni cartelli con il numero 71, che nella smorfia napoletano indica una persona che non vale niente, un “uomo di mer…”.

E’ trascorsa così la prima al San Paolo di Gonzalo Higuain, con la maglia della Juventus: l’argentino probabilmente ha accusato il clima di ostilità, mostrando una prestazione scialba.

L’attesa per il suo ritorno era altissima in città: già da giorni non si parlava d’altro e anche le forze dell’ordine hanno dovuto aumentare la sicurezza che già di solito è altissima per l’arrivo della Juventus: sin dall’arrivo della squadra a Napoli un’intera porzione del centralissimo Corso Vittorio Emanuele è stata blindata e stasera il bus bianconero, anonimo, non è arrivato allo stadio dall’ingresso tradizionale, ma è entrato da una porta secondaria, riservata ai tifosi ospiti, che oggi non c’erano visto lo stop del Viminale.

Davanti al passo carraio dello stadio, erano infatti assiepati oltre mille tifosi in attesa del bus della Juventus per fischiare il Pipita. Fischi che in campo sono stati assordanti sin dalla fase di riscaldamento: Higuain è entrato in campo per ultimo e i tifosi hanno tirato fuori le migliaia di fischietti che erano stati distribuiti all’esterno dello stadio.

E i singoli tifosi gli hanno urlato di tutto, da “buffone” a quel “chiattone” riportato in voga dal governatore della Campania De Luca. Gli applausi più forti, invece, li ha avuto Mertens quando a inizio ripresa è andato a rubare palla all’argentino.

Nelle curve, niente striscioni: gli ultras hanno scelto di ignorare il Pipita, marcando solo la distanza da napoletani che tifano per la Juve: “Non c’è cosa più bella che sostenere i colori della propria terra”, hanno scritto in Curva B. Una terra che non è più di Gonzalo, come dimostra il cartello di un tifoso: “per noi eri il numero 1 ora sei solo un 71”.

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