Gli Usa – precisa la Coldiretti – si collocano al terzo posto tra i principali italian food buyer dopo Germania e Francia, ma prima della Gran Bretagna. I prodotti del made in Italy, tra gli altri maggiormente danneggiati sono le polpe e dai pomodori pelati per 78,9 milioni di euro, i tartufi freschi o refrigerati per 9,7 milioni di euro, le castagne per 5 milioni, il vino per 1,35 miliardi (+5% nel 2016), l’olio (499 milioni +10% nel 2016), i formaggi (289 milioni, +2% nel 2016) e la pasta (271 milioni, +4% nel 2016).
Tutti prodotti che hanno nel territorio campano punte di eccellenza. Si tratta in realtà di prodotti che in parte – sottolinea la Coldiretti – erano già stati colpiti dai dazi supplementari Usa, dal 1999 al 2011, con pesanti ripercussioni sulle esportazioni nazionali anche perché sono state parallelamente favorite le produzioni locali “taroccate” come il San Marzano coltivato in California in spregio alle generazioni di coltivatori campani che ne hanno fatto uno dei fiori all’occhiello dell’agricoltura made in Campania.
In questo contesto, con il rischio di chiusura delle frontiere, si pone un evidente problema di proliferazione sul mercato statunitense del fenomeno dell’Italian sounding che vale già 20 miliardi di euro, secondo la Coldiretti. Il 99% dei formaggi di tipo italiano – annota la Coldiretti – sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York. Il fenomeno del falso vino “Made in Italy” trova un forte impulso anche dalle opportunità di vendita attraverso la rete dove è possibile acquistare da aziende statunitensi pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit.
“Ancora una volta – commenta Gennarino Masiello, presidente Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale – ci ritroviamo a fare i conti con un tentativo di applicare due pesi e due misure ai rapporti commerciali. Da una parte si spinge per imporre una carne ad alto contenuto di ormoni, che l’Europa dagli anni ’80 ha messo al bando per ragioni salutistiche e ambientali. Dall’altra si alzano muri all’importazione di prodotti made in Italy, ma senza porre alcun freno alla concorrenza sleale dei prodotti taroccati. Non è protezionismo alla rovescia chiedere di rispettare le denominazioni di origine. Un prodotto agroalimentare di qualità non è un bullone di una fabbrica, non si può spostare. Le proprietà del prodotto finito sono legate alla terra, al clima, ai saperi. L’effetto combinato dei dazi sarà l’esplosione del fenomeno dei falsi”.
I PRODOTTI MADE IN ITALY A RISCHIO DAZI NEGLI USA
Prodotti | Milioni di euro |
Acque minerali |
147 |
Pomodori pelati e polpe |
78,9 |
Tartufi freschi o refrigerati |
9,7 |
Castagne |
5 |
Barrette di cioccolata |
1 |
Altri |
10 |
Totale |
251,6 |
Solo chiasso per nulla, sostanza zero, solo campagna dei neoliberali pseudodemocratici per continuare a fare i propri comodi con la società aperta a scapito dei più poveri e favorendo la forbice sociale. Basta vedere i dati sui miliardari nel mondo, negli ultimi anni sono diventati tutti ancora più ricchi.
Sui dazi, SE dovessero metterli non saranno in alcun modo un peso per l’italia per vari motivi.
Prima di tutto c’è da dire che anche Obama mise delle restrizioni, sostenne il muro, e non parliamo delle guerre e dei droni ammazza bambini..; in secondo luogo queste sanzioni/dazi sono frutto di una questione aperta da almeno 20 anni, quando l’europa ha bloccato (giustamente) l’importazione di carne agli ormoni dagli USA, i quali si sono appellati al WTO che ha comminato una multa da alcuni miliardi di euro all’Europa!.. RINGRAZIATE quelli che hanno firmato quei trattati = i democratici aperti europei (collusi con le multinazionali)!
Poi, il massimo dei dazi può arrivare a 100 milioni, ma per tutta l’europa (allmeno da quanto è dato capire), quindi in Italia POTREBBE al massimo arrivare a qualche milione di euro! NULLA, assolutamente ininfluente. Ancor più ininfluente se si pensa che in un mercato globalizzato come quello attuale le merci italiane potrebbero entrare in USA passando da altri paesi..!
Si è sbandierato il nome Piaggio, le acque minerali, i formaggi: Piaggio esporta il 5% inUSA, nulla e poi v.sopra; le acque minerali sono già di prorietà di multinazionali che di italiano hanno poco o nulla; i formaggi e prodotti di nicchia: per chi li compra in USA, RICCHI, non è un problema pagarli un po’ di più.
Quindi è solo fumo negli occhi di chi vorrebbe rovesciare quel governo eletto, come già hanno fatto in vari modi in OGNI paese del mondo, europa inclusa, in vari “modi”.. ma questa è un’altra storia, troppo lunga
Smettetela di pensare o far pensare che con i presunti dazi spariranno dall’italia il parmigiano, la piaggio, il prosciutto e tutti i vini! è solo terrorismo mediatico.