“Il Pd salernitano – ricorda – mostra i muscoli con le tessere e scompare dalla scena quando bisogna stigmatizzare le uscite di Vincenzo De Luca. Il Pd salernitano tace quando De Luca accosta la stampa alla Camorra, tace quando De Luca insulta la Ciarambino, tace quando De Luca mente sul questore di Napoli, tace quando c’è l’elogio della clientela, tace quando scompare il merito e lo ‘stato di famiglia’ diventa criterio per costruire il partito ed occupare le Istituzioni”.
“Delle due l’una. O il fermento non esiste ed il dato è, come al solito drogato, o il Pd qui è un clan familiare tutto supino al potente governatore”.
“Il problema non interesserebbe le altre forze politiche. Ma qui il tema – conclude Amatruda – è quello della civiltà politica, della partita truccata, il tema è quello della capacità del Pd di ingrossare le fila con il contributo determinante dell’apparato comunale. Non sarà, ad esempio, una sorpresa scoprire quanti dipendenti delle partecipate sono stati folgorati sulla via del nuovo Pd renziano”.