Partita speciale dell’argentino che già durante il riscaldamento, contrariamente a quanto era accaduto domenica sera, aveva risposto ai fischi ed ai cori offensivi dei tifosi napoletani, indicando platealmente la tribuna autorità dove sono sistemati i dirigenti azzurri, è rabbiosa.
Il Pipita, dopo il gol, rivolge ancora una volta l’indice verso il settore autorità e pronuncia qualche parola, presumibilmente non amichevole.
A chi voleva indirizzare le sue invettive? E’ probabile che ce l’avesse con De Laurentiis, ma ovviamente è difficile avere una conferma di tale circostanza. Fatto sta che proprio grazie al suo primo gol, peraltro un vero e proprio marchio di fabbrica, con palla catturata ai limiti dell’area di rigore e conclusione rasoterra imparabile per Reina, la Juventus si ritrova la strada spianata verso la finale di Coppa Italia.
L’argentino consuma così la sua vendetta, dopo le provocazioni e le mortificanti bordate di fischi e di offese subite nella due giorni napoletana, culminate addirittura con una performance del solito Mario Ferri, l’invasore solitario, che gli getta in faccia un cappellino di lana con le insegne del Napoli.
Dopo il gol del vantaggio juventino la partita che fino a quel momento era stata nervosa, tesa, costellata da numerosi falli, proteste e ripicche reciproche, si calma all’improvviso.
Rispetto alla partita di domenica sera, Allegri e Sarri, soprattutto il primo, mischiano le carte, con una serie di sostituzioni ed inserimenti che cambiano sostanzialmente i connotati della squadra. La Juve, in particolare, è completamente diversa da quella di tre giorni fa, con gli inserimenti di Dani Alves e Alex Sandro sugli esterni di difesa, di Benatia al fianco di Bonucci, Rincon vicino a Khedira ed il trio Cuadrado, Dybala e Sturaro a sostegno di Higuain.
La Juventus, contrariamente a ciò che aveva fatto in campionato, non imposta una gara difensiva, ma se la gioca a viso aperto. Il Napoli, in linea di massima, mantiene il possesso del pallone, ma le azioni degli azzurri spesso per sbattere contro la difesa dei bianconeri che nel primo tempo corre solo un vero pericolo quando Callejon tira da su Neto in uscita.
La partita perde di intensità, forse anche perchè il Napoli comincia a non credere più nell’impresa.
Nella ripresa, però, gli azzurrii trovano dopo soli 7′ il pareggio con il solito Hamsik, che si avvicina sempre più al record assoluto di gol di Maradona (è a soli tre gol dall’argentino) e la gara si riaccende. Ma l’illusione dura pochissimo.
Al 13′ su traversone rasoterra di Cuadrado è ancora una volta Higuain a mandare il pallone alle spalle di Reina e ad indicare nuovamente e polemicamente la tribuna autorità.
La partita, a questo punto, pare davvero finita, ma un nuovo colpo di scena irrompe nello stadio. Mertens, entrato da pochissimi secondi al posto di Milik, sfrutta un clamoroso liscio di Neto e ristabilisce la parità.
Il pubblico prima si rianima e poi addirittura si entusiasma, cullando di nuovo il sogno qualificazione quando Insigne porta la sua squadra in vantaggio. Ma al Napoli servirebbero altri due gol, troppi per poter davvero pensare ad un miracolo. La Juventus è in finale. Al Napoli ed ai tifosi rimane la delusione e la rabbia. Higuain ha consumato la sua vendetta.
come sono teatrali loro nessuno mai…manco fosse napoletano o avesse fatto 10 anni a Napoli.
jat a faticà
grande pipita !!!!!!!juve e salerno eterno amore!!!!!