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Concorrenza: Stop agli aumenti di luce e gas

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Si allontana di un anno lo spauracchio dei forti aumenti delle bollette di luce e gas legati alla fine del mercato tutelato. Per godere del sistema di maggior tutela ci sarà infatti tempo fino al primo luglio del 2019, esattamente dodici mesi in più rispetto a quanto previsto dall’attuale formulazione del disegno di legge (ddl) Concorrenza.

L’addio al mercato tutelato dell’energia e del gas «è una liberalizzazione grandissima, che impatta su tantissime famiglie e su cui non ci può essere alcun rischio, deve essere fatta con tutte le cautele e il tempo necessario».

La rassicurazione arriva dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che garantisce «si farà la massima attenzione anche a evitare aumenti di prezzo per i consumatori».

La decisione del rinvio è frutto di un accordo trovato durante una riunione governo-maggioranza dedicata al destino del ddl Concorrenza, ormai in discussione in parlamento da più di due anni e destinato a non arrivare nell’aula del Senato per il voto di fiducia prima delle vacanze di Pasqua. L’unica altra modifica che potrebbe essere apportata al disegno di legge – ma che per il momento resta in sospeso – riguarda un altro tema caro al ministro Calenda, quello della norma «anti-scorrerie».

La misura, attraverso l’introduzione di maggiori obblighi informativi per chi acquista almeno il 10% delle partecipazioni di una società quotata italiana, punta a salvaguardare le imprese nostrane senza però avere un effetto retroattivo e quindi un impatto sull’affaire Mediaset-Vivendì su cui l’azienda francese si è rivolta alla Commissione per la concorrenza della Ue sottoponendo al suo giudizio un’operazione «che consista nell’acquisizione del controllo esclusivo de facto su Telecom».

Resta invece sicuramente fuori dal perimetro del Concorrenza la norma “Salva Flixbus” che permetterebbe alla compagnia tedesca di autobus low cost di continuare a operare in Italia nonostante l’esclusione prevista di fatto nel decreto Milleproroghe.

L’impegno del governo a trovare una soluzione al più presto c’è (l’urgenza è dettata dal fatto che il divieto scatterebbe ai 60 giorni dall’entrata in vigore del Milleproroghe), tanto che Calenda ha confermato la possibilità di inserire una norma ad hoc nel dl enti locali.

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