Benessere: un segreto italiano dai sapori mediterranei (di Tony Ardito)

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Secondo dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) il nostro Paese è il primo al mondo per quanto riguarda lo stato di salute della sua popolazione. Per scoprirlo, sono stati studiati e presi in esame diversi fattori: dalla longevità alla probabilità di sopravvivenza dei neonati, dalla percentuale di rischio di malattie a canoni standard, quali pressione del sangue, malnutrizione, attività fisica e salute mentale.

A stabilirlo è la classifica Bloomberg Global Health Index condotta su 163 Paesi. Un bambino nato in Italia ha una aspettativa di vita di un ottuagenario, mentre in Paesi come il Sierra Leone è di circa 52 anni.

Al secondo posto, c’è l’Islanda, al terzo la Svizzera seguita poi da Singapore, dall’Australia e al sesto posto troviamo la Spagna. Secondo la ricerca dell’Università di Washington, oltre al fattore genetico e ambientale, con effetti positivi e grazie al clima temperato, il principale motivo è la nostra dieta mediterranea, di importanza fondamentale per il consumo di prodotti freschi ed anche lo stile di vita: quel senso di relax, forse dovuto al sole, al mare, ai monti.

Per fare un confronto: siamo molto più in forma di americani e inglesi che hanno valori più alti di pressione e colesterolo e sono più colpiti dai disturbi della psiche.

Lo stile nutrizionale mediterraneo, dunque, descritto grazie al noto “Seven Country Study”, avviato e coordinato nel 1958 dal biologo e fisiologo, Ancel Keys, rappresenta molto più che un corretto regime alimentare. Lo caratterizzano cibi fortemente presenti, anche se con diverse varianti, nella tradizione dei paesi del bacino del Mediterraneo, in particolare dell’Italia meridionale, dove – a Pollica, in provincia di Salerno – lo studioso americano decise di trasferirsi e dimorare sino a pochi mesi dalla sua morte, avvenuta alle vigilia dei 101 anni.

Frutta, agrumi, verdure, olio d’oliva, grano con pasta e pane, pesce e vino – rosso in particolare – la “dieta mediterranea”costituisce l’unico modello di alimentazione che ha ricevuto inconfutabili dimostrazioni scientifiche di efficacia in termini di salute; criteri che sono stati divulgati anche attraverso la “piramide degli alimenti”.

Dal novembre 2010 è Patrimonio dell’Unesco, come lo è dal 1998 il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in cui, nella frazione Pioppi, intitolato proprio ad Ancel Keys, il Comune di Pollica ha istituito il “museo vivente della dieta mediterranea”.

Ed allora, in prossimità della spesso impietosa prova costume, anziché sottoporci ad empirici tour de force, stressanti e talvolta infruttuosi, se non addirittura dannosi, proviamo a cogliere la occasione per ristabilire un rapporto più corretto con noi stessi ed il nostro corpo, attraverso la attività fisica ed una alimentazione equilibrata, certamente gustosa e soprattutto sana.

 

editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista

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