Questo non vuol dire guarire, ma modificare la vita del piccolo paziente in maniera sostanziale, facendogli raggiungere livelli di apprendimento e di socializzazione simili a quelli dei loro coetanei. Non si può più perdere tempo».
A dirlo il professor Francesco
Dopo i saluti istituzionale del consigliere comunale Antonio D’Alessio e in seguito alla lectio magistralis di Di Salle sulla patologia, sono intervenuti il dirigente del Dipartimento di Salute Mentale Asl di Salerno, Giulio Corrivetti, la professoressa del Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione Unisa Paola Aiello, l’analista del comportamento e psicologo-psicoterapeuta Michele Ianniello e l’analista del comportamento Elena Pappalardo. Tra i presenti anche i rappresentanti dei centri di riabilitazione Irfi di Pellezzano e Anffas di Salerno.
Di Salle ha raccontato anche la sua personale esperienza alle prese con un figlio autistico: «L’ho curato fino ad otto anni con terapie convenzionali erogate dal sistema sanitario italiano. Il risultato è stato addirittura degenerativo, perché ha perduto l’uso della parola. Solo con il metodo ABA sono arrivati risultati »
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L’INTERVENTO INTEGRALE DEL PROF DI SALLE NEL CORSO DEL CONVEGNO