La manovra-bis riprende quindi uno dei decreti attuativi della riforma Madia, rimasti in sospeso dopo la bocciatura della Corte Costituzionale. “Gli utenti dei servizi di trasporto pubblico regionale e locale, in qualsiasi modalità esercitati, sono tenuti a munirsi di valido titolo di viaggio, a convalidarlo all’inizio del viaggio e ad ogni singola uscita, se prevista, in conformità alle apposite prescrizioni previste dal gestore, a conservarlo per la durata del percorso e a esibirlo su richiesta degli agenti accertatori. Per i titoli di viaggio la convalida deve essere effettuata, in conformità alle apposite prescrizioni previste dal gestore, in occasione di ogni singolo accesso ai mezzi di trasporto utilizzati”, specifica il testo.
La violazione degli obblighi “comporta l’applicazione di una sanzione pecuniaria da definirsi con legge regionale. In assenza di legge regionale, la sanzione è pari a sessanta volte il valore del biglietto ordinario e comunque non superiore a 200 euro”. Resta invece in bilico un’altra misura della manovra-bis riguardante il trasporto pubblico locale. Si tratta della detrazione al 19% per gli abbonamenti, fino ad un massimo di 250 euro. I problemi sarebbero di copertura. Un analogo intervento era stato sponsorizzato dal ministero dei Trasporti nella legge di bilancio 2017. L’ipotesi non aveva avuto però già allora fortuna proprio per carenza di risorse.