Se Coda e soci non avessero innestato le marce alte il calendario si sarebbe trasformata in una via Crucis, con un finale al cardiopalma. Non è così, per fortuna ma non per grazia ricevuta: la squadra di Bollini, infatti, sta dimostrando di avere attributi e convinzione nei propri mezzi.
OGNI PARTITA COME SE FOSSE UNA FINALE
Un gruppo capace di giocare sempre al massimo, partita dopo partita come fosse finalissima dopo finalissima. Una Salernitana che merita un premio a maggio, a salvezza ormai raggiunta e ad appena due punti dalla zona play off. I nostri ci proveranno ancora, con le magie di Rosina, con la prestanza fisica di Coda, con le parate di Gomis, il dinamismo di Odjer e qualità e sostanza donate da Minala a questa squadra. E’ lecito sognare da oggi in poi.
L’ATTACCO GRANATA NON HA EGUALI IN B
La resurrezione granata, per restare ancora in tema pasquale c’è stata ora bisogna provarci senza paura, senza tentennamenti, senza eccessive alchimie tattiche. La gara con il Latina ha dimostrato la vera natura di questa squadra: quando attacca, quando schiaccia gli avversari è vero che soffre ma è vero anche che lì davanti fa male e le azioni gol fioccano.
A Bollini il compito di trovare il giusto mix evitando di immolare sull’altare dell’equilibrio tattico Donnarumma. Quando la punta di Torre Annunziata gioca in coppia con il suo gemello del gol, Coda, la Salernitana è tutta un’altra squadra. Forse è questo il rimpianto più grande di questa stagione: avere in organico due pezzi da novanta e utilizzati insieme con il contagocce