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Convitto nazionale nei guai l’ex rettore: sequestrati beni per 360mila euro

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Avrebbero utilizzato i soldi del Convitto nazionale per fini personali. Secondo le indagini svolte dai militari del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza lo avrebbero fatto per finalità ben diverse da quelle didattiche ed educative dell’istituto ma soltanto per soddisfare delle loro personali esigenze.

Per questo motivo la Procura regionale della Corte dei Conti ha ottenuto il sequestro conservativo di beni per oltre 360mila euro nei confronti dell’ex rettore Maurizio de Gemmis e dell’ex direttore generale dei servizi amministrativi, Ciro Cozzolino. Nel provvedimento si parla di mandati di pagamento per acquisti personali e crociere, di vendite illegittime di terreni e altri immobili, di compensi professionali erogati a persone che non ne avrebbero avuto diritto e, infine, di una situazione gestionale lasciata in condizioni «disastrose».

I militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza – scrive La Città oggi in edicola –  hanno eseguito il pignoramento dello stipendio o della pensione (per il massimo consentito) percepiti da Cozzolino e De Gemmis, attualmente preside dell’Istituito comprensivo Giovanni XXIII di Cava de’ Tirreni. Contestualmente è stato notificato a entrambi l’invito a dedurre, con cui potranno fornire alla magistratura contabile eventuali chiarimenti.

Il quotidiano Le Cronache precisa che il danno erariale contestato riguarda:
• l’emissione di mandati pagamento per acquisti personali di telefoni cellulari, televisori, abbonamenti televisivi e crociere;
• l’illegittima vendita di terreni e immobili di proprietà del convitto, al fine di creare la “liquidità” utilizzata per l’acquisto di beni di vario genere utilizzati per scopi privati;
• l’indebita erogazione di “compensi professionali” per consulenze non spettanti, a soggetti esterni all’ente scolastico.

Nel contesto è stato rilevato, per il periodo dal 2011 al 2013, un quadro di sostanziale, diffusa e generalizzata illegittimità degli atti adottati dagli ex dirigenti e funzionari del Convitto e una permanente, sintomatica, anomala, disastrosa situazione sia gestionale che funzionale delle attività convittuali e semi-convittuali. La vicenda ha inizio nel 2013 quando Pasquale Cuofano viene nominato dal Ministro dell’istruzione commissario straordinario del Convitto Nazionale.

Dopo l’insediamento, Cuofano dopo aver preso visioni di alcune situazione ravvede delle anomalie che prontamente segnala al Dicasero di riferimento. Passano pochi mesi e presso il Convitto Nazionale di Salerno arrivano gli ispettori inviati da Roma che passano sotto la lente tutta la documentazione.

Una sola ispezione non basta, così, a distanza di qualche tempo gli “inviati” del ministro ritornano a Salerno presso l’istituto scolastico statale per esaminare altri documunenti e cercare di dare risposte ad alcuni interogativi.

Due visite nel giro di poco tempo da parte di ispettori del ministero certamente non fanno ben sperare su quello che era stato l’anddamento della gestione fino a quel momento. A riprova di questo è il successivo interessamento della Guardia di Funanza ai conti del Convitto. L’attenzione delle Fiamme gialle sfocia poi nel sequestro di beni che è stato operato nella giornata di ieri

 

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