“Un fenomeno epocale come quello dell’immigrazione non si può subirlo, ma lo si deve governare con una visione politica che non è l’emergenza” – ha dichiarato. “C’è uno spostamento notevole dall’Africa verso l’Europa e verso l’Italia. Una partita fondamentale – ha sottolineato – si gioca quindi fuori dai confini nazionali, in Africa che, per i prossimi 15 anni, sarà lo specchio dell’Europa. Se sta bene l’Africa sta bene l’Europa. Il 90% dei flussi arriva dalla Libia ma non c’è un libico. La Libia – ha aggiunto – è un gigantesco paese di transito e a Tripoli abbiamo firmato un accordo per stroncare il traffico di esseri umani. Domani consegneremo a Gaeta due motovedette alla Guardia Costiera libica”.
Poi l’attenzione si è spostata sull’argomento terrorismo:
“Chi dice che c’è un nesso tra immigrazione e terrorismo dice una cosa non fondata e tecnicamente fuorviante. Se mi chiedessero – ha però aggiunto – se c’è un nesso tra mancata integrazione e terrorismo dovrei rispondere di si. I responsabili degli attacchi in Europa sono francesi, belgi, tedeschi e svedesi che hanno acquisito la cittadinanza e dietro quegli attacchi ci sono i limiti di un’integrazione sbagliata”.
“E’ importante accogliere e costruire gli strumenti di integrazione – ha precisato – altrimenti mettiamo a rischio un pezzo del presente e del futuro”. “Accogliamo quelli che scappano da guerre e carestia – ha concluso – ma, se chi arriva non vede accolta la propria richiesta di asilo, è irregolare e va rimpatriato. Questo è un elemento cruciale per la politica di integrazione”.
Infine sotto l’aspetto politico e sul Partito Democratico, Minniti è stato chiaro:
“Se c’è la fortuna di avere una leadership giovane e riformista, un partito che ha a cuore il suo futuro questa leadership se la tiene stretta. Abbiamo di fronte tempi molto complessi – ha detto – e non capisco coloro che se ne sono andati quando dobbiamo affrontare queste sfide. Prima di spezzare l’unità del partito dovevano pensarci cento volte”.