Il cyberbullismo è sempre in agguato, così come la possibilità di essere «adescati» da pedofili e maniaci.
Sono tantissimi i casi denunciati quotidianamente, l’ultimo Ravello, dove da circa sette mesi un uomo è vittima di una vera e propria persecuzione via Facebook attraverso la pubblicazione di video porno che lo vedono protagonista.
I filmati sono stati ricostruiti artatamente con fotomontaggi di dubbia qualità, ma agli occhi dei più, specie dei conoscenti del cittadino ravellese, è sembrato tutto reale nonostante la sua comprovata estraneità a queste pratiche.
Tutto è cominciato nell’agosto dello scorso anno quando il malcapitato ha ingenuamente accettato una richiesta di amicizia su Facebook.
Il profilo richiedente non destava sospetti in quanto aveva con la vittima diversi amici in comune. Dopo qualche giorno, lo sventurato, aveva ricevuto una videochiamata via Messenger alla quale ha risposto.
Quella videochiamata ha permesso al profilo fasullo, “fake”, di scattare uno screenshot, di catturare un fotogramma, e di utilizzare la foto per il montaggio dei video a sfondo pornografico.
L’aspetto più inquietante è la didascalia che accompagna quei filmati, che accusa la vittima di pedofilia.
E in una cascata impressionante di richieste di amicizia a tutti i contatti della vittima, il profilo “fake”, a nome di Domenico Monaco ha “taggato” più volte i contatti nei video incriminati. Ad oggi questo profilo condivide almeno un centinaio di amicizie di Ravello.
L’invito è quello di rimuovere ad oras l’amicizia con Domenico Monaco (nella foto).
A seguito di richieste di ingenti somme di denaro, a scopo intimidatorio ed estorsivo, la vittima ha effettuato regolare denuncia alla Polizia Postale.
Stando alle prime indagini effettuate la truffa, come evidenziato dalle mail con richiesta di pagamento, porta in Costa d’Avorio, presunta centrale dell’organizzazione.
E’ sempre più necessario un uso responsabile e consapevole dei nuovi strumenti di comunicazione, diffidando dalle richieste di amicizia di profili dubbi, con dati contrastanti e di limitare l’utilizzo di webcam e videochiamate.
Una raccomandazione rivolta soprattutto ai genitori perché siano formati e informati circa i rischi della rete e dei social per i propri figli.
Fonte IlVescovado.it
…che questi sono strumenti militari (non in mani nostre), quando li vogliamo buttare a mare?
Mosca ha ragione quando chiude Linkedin perchè non vuole collocare i server dei clienti russi in Russia e le storie di Snowden, Assange, il GPS ad uso esclusivo commerciale e militare e guai a mettere in funzione il Galilei nonché la brutta fine del satellite dell’unione africana che Gheddafi voleva costruire a sue spese.