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Giustizia per Chicca: lettera consegnata al Tribunale di Salerno

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Lo scorso 15 febbraio la città di Salerno è stata scossa dall’uccisione di una cagnolina di circa sei mesi, massacrata a calci nel quartiere Pastena dall’uomo che avrebbe dovuto amarla e proteggerla.

La morte di Chicca ha smosso le coscienze, è nato un comitato spontaneo e pochi giorni dopo centinaia di persone, da semplici cittadini a volontari appartenenti ad associazioni animaliste, si sono ritrovate in piazza per chiedere giustizia.

Sin dalle prime ore il comitato “Uniti per Chicca” ha promosso la sottoscrizione di una lettera aperta, ad integrazione di quella online che conta quasi 25.000 firme, indirizzata al Procuratore capo ed al Presidente del Tribunale di Salerno, affinché al responsabile venga applicato il massimo della pena prevista, ovvero la reclusione fino a due anni, sebbene la legislazione italiana, finora, abbia purtroppo sempre risposto con pene a dir poco esigue.
Infatti, nonostante l’autore di tale orrore sia stato individuato il giorno stesso, questo tipo di reato non prevede l’arresto.

L’orco, un pluripregiudicato che in quel momento avrebbe potuto sfogare la sua rabbia su chiunque, resta a piede libero, in mezzo a noi. La sua casa dista poche decine di metri da una scuola materna ed elementare.

È proprio nei pressi del Tribunale di Salerno, cui domani, giovedì 27 aprile, verranno consegnate le migliaia di firme raccolte per chiedere il giusto risalto al processo e calendarizzazione per una definizione celere, che alcuni rappresentanti del comitato spontaneo, all’uscita dalle scuole, chiederanno ai bambini ed ai loro genitori di affiggere su una grande tela tanti cuori rosa in ricordo di Chicca, con lo scopo ben preciso di contribuire a trasmettere ai più piccoli il valore dell’empatia e del rispetto nei confronti degli animali, ovvero dei soggetti più deboli della società.

La data del 27 aprile non casuale: è infatti il giorno in cui a Paola (CS) inizierà il processo per Angelo, un mite cagnone bianco barbaramente seviziato e ucciso a giugno 2016 a colpi di pala nel comune cosentino di Sangineto, dopo essere stato legato e appeso ad un albero da quattro gi­ovani del posto che, dopo l’uccisione, avevano addirittura pubblicato su Facebook il video del loro crudele gesto.

Se Sangineto è un paese che si è tristemente contraddistinto per aver protetto questi aguzzini, Salerno ha dimostrato grande sensibilità; la stessa amministrazione comunale ha preso sin da subito una forte posizione. Non vogliamo che casi come quello di Chicca o di Angelo finiscano come per Spike, cane bruciato vivo a Pozzuoli, “colpevole” di essersi accoppiato con la cagnetta di chi lo ha poi torturato, ed il cui processo si è concluso lo scorso mese di novembre con l’assoluzione dell’unico imputato.

Chiediamo venga finalmente discussa una proposta di legge per l’inasprimento delle pene per i reati a danno degli animali, che l’arresto sia una certezza, che non possa essere commutato in pena pecuniaria e che vengano attivati percorsi rieducativi per chi commette queste violenze.

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