Moltissime donne ed uomini, giovani, precari non potranno avere il diritto al riposo in questa giornata perché esercizi commerciali, luoghi di lavoro pubblici e privati non garantiscono più la sospensione delle attività.
“È solo una delle tante forme di sfruttamento che colpiscono non solo più gli operai, ma anche i giovani in tanti nuovi luoghi di precarietà e sfruttamento – afferma Sinistra Italiana – Sintomo di un lavoro senza diritti e sempre più povero.
Oggi, 30 Aprile, siamo venuti al centro commerciale “Le Cotoniere” perché il primo maggio torni ad essere davvero la festa del lavoro d tutte e di tutti.”
“Chiedere che il primo maggio torni ad essere una giornata libera dal lavoro per tutte e tutti – continua il nuovo partito della sinistra – vuol dire aprire una battaglia molto più ampia: ricostruire una cultura del lavoro che restituisca dignità e tutele per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori.
Per questo pensiamo che vadano abolite le leggi che istituzionalizzano forme di lavoro precario a partire dal Jobs act che precarizzano il lavoro e che vada istituito un reddito minimo garantito per rifiutare il ricatto per dare dignità e stabilità a chi vive e paga la crisi”
Ma stiamo scherzando!! Poi se l’azienda chiude chiamassero i sindacati e si facessero rimborsare..secondo me gli italiani non hanno voglia di lavorare
Si lavora per vivere e non il contrario. Un giovane o una futura mamma che vogliono metter su famiglia come potrebbero mai farlo se lavorano 365 giorni all’anno? S’è perso il significato di festa e famiglia. Tra l’altro dire che le aziende di conseguenza chiudano è sbagliato, trovi numerosi studi in rete che dimostrano che le aperture straordinarie non hanno portato alcun beneficio. Almeno li retribuissero il giusto…
Mario
Anche di disoccupazione si muore. Reddito minimo per i nullafacenti che non vogliono lavorarare? Ma andate a raccogliere i pomodori sotto al sole.