Ci ha messo del suo anche Bollini. La sconfitta chiude mezza porta alla Salernitana nel raggiungimento dei play off. Nulla è deciso ma appare ovvio che a tre giornate dal termine per centrare l’obiettivo i granata devono vincere le prossime tre partite contro Carpi, Avellino e Perugia. Più facile a dire che a farsi. Si tratta di tre squadre ancora in corso per i rispettivi obiettivi. Anche l’Avellino che sembrava avviato verso una salvezza tranquilla si è ritrovato impelagato nella lotta per non retrocedere e dunque il derby tra due settimane all’Arechi si caricherà di ulteriori significati.
La classifica dei granata resta aperta, l’importante è pensare solo a giocare, lasciando perdere isterismi e ragazzate come quelle di Minala e Vitale. Di buono nella serataccia dell’Arechi la racolta di fondi per Genny affetto da una malattia metabolica genetica. Il grande cuore degli ultras della Curva sud e dei tifosi salernitani ha permesso di raccogliere 5500 euro. Soldi necessari per le cure del piccolo con la speranza di trovare una soluzione per salvare la vita di Genny.
Il problema che sono stati sopravvalutati squadra e soprattutto il tecnico. Una squadra che non ha mai fatto vedere un discreto gioco, ha vinto partite basate solo sul singolo episodio e mai per giocate collettive o figlie di un gioco corale.
Un allenatore poi che ha saputo solo distruggere l’unica cosa buona che avevamo lo scorso anno: L’attacco.
La difesa si è rafforzata solo perché avendo un centrocampo più forte ( Minala e Busellato) ha fatto filtro e fatto in modo che arrivavano meno palloni in difesa e meno pericolosi.
Con il potenziale messo a disposizione dalla società e gestito da un allenatore un pochino più intelligente di questo avremmo gli stessi punti del Perugia, del Cittadella o del Benevento
Mister Sei UN ASINO