Eppure ciò non avviene. Non riscontriamo nel nostro sistema informativo nemmeno una riga.
Le loro rivendicazioni sono semplici che solo uno stato razzista e sempre più basato sull’apartheid anche sul piano giuridico e che nei fatti è diventato uno stato religioso, come quello di Israele, non le accetti forti anche del silenzio complice della comunità internazionale compreso lo stato italiano.
Le rivendicazioni che i prigionieri palestinesi non sono null’altro diritto fondamentali previsti dalla stessa legislazione internazionale:
1) poter ricevere le visite dei loro familiari;
2) la fine dell’isolamento cui sono sottoposti (alcuni da svariati anni);
3) la fine degli arresti arbitrari di massa e senza la formalizzazione di nessun tipo di accusa;
4) fine delle torture, dei maltrattamenti e delle misure punitive cui sono sottoposte in modo sistematico (compresi, spesso, donne e minori);
5) assistenza e cure mediche e diritto all’istruzione;
6) la fine della disumanità con cui sono trattati i prigionieri durante i trasferimenti.
A fianco dei prigionieri i nostri militanti e iscritti, da domani giovedì 04, per manifestare la loro solidarietà e vicinanza alla resistenza dei prigionieri palestinesi entreranno in sciopero della fame, un piccolo gesto di fratellanza.
I primi ad iniziare lo sciopero della fame di saranno gli iscritti e i militanti del circolo territoriale “Puletti” di Baronissi ai quali seguiranno gli iscritti del circolo di Battipaglia poi Cava de Tirreni e Salerno, arrivando cosi alla data del 20 maggio, in cui si darà il via ad un ciclo di iniziative dal titolo “No War” per affrontare, informare e sensibilizzare sui temi internazionali, partendo dall’oppressione dei popoli della Palestina e del Kurdistan.