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La longevità per la scienza ormai non ha segreti (di Tony Ardito)

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In Indonesia le nascite si registrano solo dal 1900, e nessuno li ha potuti contare, ma dai documenti che mostrava con vanto, Saparman Sodimedjo aveva 146 anni.

Noto anche come Mbah Ghoto, era nato sull’isola di Giava il 31 dicembre 1870; per capirci, l’anno in cui in Europa si combatteva la guerra franco-prussiana.

Al funerale, celebrato la scorsa settimana, si cercava di capire come il “giovanotto”, che solo due giorni prima di assurgere a miglior vita si aggirava a piedi da solo, fosse potuto arrivare alla veneranda età di quasi un secolo e mezzo.

Un primato che lo renderebbe chiaramente l’uomo più anziano di cui mai si è avuta notizia. Fumatore incallito, sopravvissuto a quattro mogli, 10 fratelli ed a tutti i suoi figli, Ghoto – non molto tempo fa – dichiarò alla Bbc che il suo segreto si chiamava, manco a dirlo, pazienza.

Il 15 aprile all’età di 117 anni e mezzo, nella sua casa di Verbania, si spegneva Emma Morano. Quinta nella classifica di tutti i tempi, era la persona registrata più anziana vivente al mondo. Oggi, con i suoi 117 anni, la persona in vita più longeva, risulta essere Violet Brown, una donna giamaicana, nata il 10 marzo del 1900.

Noi, comuni mortali, classifichiamo questi come fenomeni o eccezioni, ma per la scienza non è lo stesso. Alla Stanford University dei genetisti hanno dimostrato che per vivere più a lungo si possono ad esempio allungare i telomeri: le estremità dei cromosomi che proteggono il DNA. Per ora è solo un esperimento su colture cellulari, domani chissà.

Di fatto, chi nasce oggi può già contare su un budget di vita di cent’anni, tant’è che i geriatri sono costretti a inventare nuovi termini quali “preanziano” per chi ha una età compresa fra i  65 ed i 75 anni, solo dopo inizierebbe la vecchiaia.

Nelle “zone blu” del pianeta – aree dove una percentuale più alta della popolazione vive incredibilmente a lungo – ovvero la Barbagia e l’Ogliastra in Sardegna; l’isola di Ikaria, in Grecia; le isole di Okinawa in Giappone; la penisola di Nicoya in Costarica e Loma Linda, in California – nella comunità cristiana degli “Avventisti del settimo giorno” – si verrebbe considerati davvero vecchi  solo dopo aver spento la candelina secolare.

Gli scienziati hanno messo in correlazione la genetica e l’ambiente con l’alimentazione e lo stile di vita tra le cause principali della longevità.

Se vivere tanto a lungo, oltre ad un record, possa o no rappresentare anche un vantaggio naturalmente dipende e molto dalla qualità della vita che si ha la fortuna di avere.

editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista

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