Tocca alla presunta figlia di Zeus, che sposò in seconde nozze l’omicida del suo primo marito, chiudere il cerchio che il drammaturgo salernitano porta avanti da anni nelle sue sessioni in cui indaga gli abissi della psicologia femminile attraverso gli archetipi del mondo greco a cui affida, concentrandolo in pochi giorni ma intensi, le tecniche fondamentali della drammaturgia.
Ma “Clitennestra” è anche uno stage di perfezionamento, finalizzato alla messa in scena di uno spettacolo finale. «Anche stavolta – spiega De Rosa -mi affido a una delle donne che popolano l’antica Grecia. Giocasta, Medea, Clitennestra: ognuna di loro è una sfaccettature di quella pietra preziosa che è per me l’universo femminile.
I perbenisti la ritengono semplicemente una meretrice, una rancorosa, ma Clitennestra è molto di più: è una combattente ostinata. Ne rimasi colpito anni fa, dopo la lettura di un testo in cui c’è una Clitennestra inedita che medita di vendicare il marito e sogna di uccidere Agamennone. Mi attrae la sua psicologia complessa, del resto com’è quella di tutti i personaggi femminili classici.
Nel corso del workshop lavoreremo sulla fisicità, sulla respirazione, sull’improvvisazione. Ma soprattutto sul come uno spettacolo degno di essere chiamato tale possa nascere in pochissime ore» Il dramma finale, in scena dal 28 al 30 luglio, chiuderà la rassegna teatrale ” Aspettando I Barbuti”. Per partecipare si prega di inviare una mail a scenateatrosalerno@gmail.com. Lo stage è aperto ad attori, allievi di Scena Teatro, aspiranti attori e a tutti coloro che vogliono approfondire lo studio della tragedia greca. È previsto un numero massimo di 30 partecipanti. Quota di iscrizione: 80 euro.
Biografia:
Nato a Salerno nel 1973, Antonello De Rosa, nonostante la giovane età, ha un percorso importante alle spalle. Ha studiato presso la scuola internazionale di Mimo Corporeo e di ricerca sull’attore Icra diretta da Michele Monetta e Lina Salvatore ed in seguito ha frequentato la scuola teatrale dei registi Pasquale De Cristofaro e Michele Monetta, dove impara il metodo Stanislavskij e studia dizione, drammaturgia, regia e mimica corporea.
Nel 2000 ha rappresentato Mamma di Annibale Ruccello, nel 2001 Fratellini di Francesco Silvestri, sollevando grandi consensi, e Le cinque rose di Jennifer di Annibale Ruccello, autore a cui è molto legato.
Questa edizione viene premiata ad Agrigento come migliore spettacolo, migliore regia e migliore interpretazione. Nel 2004 è interprete e regista del testo scritto per lui da Peppe Lanzetta Femmene Stracciate che ottiene grandi consensi dalla critica teatrale.
Scrive di lui Francesco Tozza: “In una geografia teatrale dai contorni piuttosto sfumati, con un terreno troppo spesso arido, è davvero motivo di soddisfazione verificare l’esistenza di un sicuro talento, vera e propria forza della natura per la vulcanica recitazione…”.
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