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Dipendenti Consorzio di Bacino in protesta: «Vogliamo certezze»

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Da mesi senza tipendio, i lavoratori del Consorzio di Bacino presidiano la struttura di via Ludovico De Bartolomeis per rivendicare in primis il diritto al lavoro. .
Ancora problemi per i lavoratori del consorzio di bacino salerno 2.
Da tempo ormai non ricevono stipendio, ora si vedono sottratti il diritto al lavoro. I dipendenti si ritrovano senza lavoro dopo la liquidazione del consorzio e il passaggio del ciclo rifiuti alla Ato, ambito territoriale ottimale. E’ di pochi giorni fa la notizia dell’ elezione del presidente Coscia.
Purtroppo, nonostante la liquidazione già in atto, gli Ato non sono ancora attivi e la sostituzione non è ancora avvenuta. Sono mesi ormai che i lavoratori dell’ azienda Salerno pulita e del consorzio di bacino non ricevono regolare stipendio e ora si vedono portare via anche il proprio lavoro
Sono circa 40, infatti, i dipendenti interinali che successivamente alla liquidazione non hanno la garanzia occupazionale, garanzia prevista dalla legge per ogni dipendente che si ritrovi nell’ ambito lavorativo dei rifiuti da almeno 5 anni. Chiedono a gran voce un incontro con il commissario per la liquidazione Corona. Sono in molti a far sentire la propria voce, tra cui il sindacalista Angelo Rispoli.
«Chiediamo che la regione convochi un tavolo di trattativa per risolvere questa situazione assurda e drammatica»
Intanto prosegue il presidio pacifico dei lavoratori in via Ludovico De Bartolomeis. Chiedono che questa situazione orribile in cui versano venga risolta al più presto. Sono 40 le famiglie che vivono senza stipendio da mesi e che non hanno alcuna certezza riguardo il proprio futuro.
«Siamo qui per vedere se la situazione si può risolvere. Ci hanno fatto fuori dal ciclo dei rifiuti» dichiara un loro rappresentante. Tutti ribadiscono di essere lì non per chiedere soldi, ma per rivendicare il loro diritto al lavoro che si vedo sottrarre. Vogliono inoltre che il commissario Coscia renda pubbliche le liste dei dipendenti e le diffonda presso le istituzioni che possano risolvere al meglio quest’ assurda vicenda.
«Quello che chiediamo è il nostro lavoro. Il passaggio dal precariato alla stabilizzazione»conclude un dipendente presente al presidio.
Fonte Le Cronache
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