In segno di rispetto per le vittime del fango, quella all’Arechi fu una festa in tono dimesso: alla gioia per lo storico traguardo raggiunto si univa infatti il dolore per la tragedia di Sarno dei giorni precedenti. Da quella giornata storica sono trascorsi esattamente diciannove anni, in cui non sono mancate le sofferenze, ma ora la Salernitana si tiene ben stretta quella serie B riconquistata due anni fa e può guardare al futuro con rinnovato ottimismo.
Quella partita con il Venezia e quel che rappresenta per la Salerno sportiva resta nel cassetto dei ricordi; nel presente dei granata c’è ora, invece, la gara con l’Avellino di Novellino, anche lui, per ironia della sorte, testimone di quella giornata, quando si ritrovava alla guida dei lagunari. La Salernitana riparte da qui, dal derby che chiude una stagione che poteva regalare qualche soddisfazione in più alla squadra di Lotito e Mezzaroma e che invece termina senza particolari sussulti, ma con la consapevolezza di aver comunque centrato l’obiettivo iniziale. Adesso c’è da rimboccarsi le maniche per il futuro: per la società granata è tempo di tirare le prime somme per mettere in cantiere nuovi traguardi, magari ambiziosi come quello tagliato diciannove anni fa.
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