La prova di questo lavoro sta nei tanti casi affrontati e risolti senza clamore negli ultimi 10 anni. Gli sportelli, con la presenza di esperti, attivati per le necessità degli studenti e le analisi approfondite sui bisogni di ognuno di loro e nel loro rapporto con i compagni e con il territorio ne sono gli esempi più tangibili.
Anche nel caso dell’alunno in questione, l’attenzione è stata massima e tale lavoro del corpo docente e dei suoi stessi compagni di classe, ha permesso alla classe e all’alunno di vivere l’esperienza scolastica in piena serenità.
Se poi un singolo alunno, di un’altra classe, al di fuori dell’ambito scolastico, lo abbia gravemente offeso utilizzando un social media, questo rimane un fatto grave, ma circoscritto ad una sola persona, sulla quale dobbiamo avere la stessa attenzione, logicamente con modalità diverse, che abbiamo avuto con l’offeso. E’ questo il compito della scuola: educare. Fare in modo che episodi del genere non si ripetano.
Per quanto riguarda infine l’appunto su un possibile, ma non ancora appurato, rimprovero al ragazzo sull’abbigliamento, si precisa che la scuola ha raccomandato a tutti i suoi alunni, senza mai entrare nel merito di abbigliamento di “genere”, di venire in classe con un abbigliamento sobrio. Crediamo solo che non sia educativo frequentare la scuola con abbigliamenti non consoni ad una istituzione scolastica.
L’Istituto d’Istruzione Superiore “Perito-Levi” di Eboli, proseguirà con tutte le sue forze questo cammino educativo non solo per evitare che ragazzi si sentano vittime di fenomeni odiosi di emarginazione, ma anche per essere un nodo di un percorso “comunitario” di crescita che coinvolga tutte le agenzie educative del territorio.
Il Dirigente Scolastico
f.to Prof. Giovanni Giordano