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«Il bidello abusò di mio figlio», la testimonianza di un genitore

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“E’ stato il bidello ad abusare di mio figlio”. Questa in sintesi la testimonianza resa ieri mattina dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Salerno dal papà di uno dei bimbi che frequentava l’asilo di Cologna nel Comune di Pellezzano. A scriverlo il quotidiano Le Cronache oggi in edicola

La scuola materna finì al centro di una inchiesta per presunti abusi sessuali consumatisi ai danni dei piccoli alunni. A rivolgersi alla magistratura erano stati i genitori delle vittime. Ha preso il via ieri il processo a carico di sei imputati del reato di abuso sessuale su minore.

Dopo la costituzione delle parti, sul banco dei testimoni è salito il papà di uno dei ragazzini il quale ha confermato tutte le accuse e ha anche fatto il nome di colui che avrebbe abusato del figlioletto. Si tratta del bidello.

All’epoca dei fatti il minore raccontò alla sua mamma quanto accadeva all’asilo. Un racconto che mise in allarme la donna che immediatamente informò il marito. Fu quest’ultimo poi a presentare una dettagliata denuncia alla quale si aggiunsero gli esposti di altri genitori i quali hanno anche chiesto i danni al Ministero della Pubblica Istruzione. L’udienza di ieri, cominciata dopo mezzogiorno, e terminata intorno alle 14,30, si è tenuta a porte chiuse.

A chiedere il rinvio a giudizio delle sei persone fu il sostituto procuratore Cristina Giusti titolare delle indagini. I fatti contestasti riguardano l’anno scolastico 2009-2010 quando numerosi bambini sarebbero stati costretti a subire abusi sessuali divario genere. Un’insegnante salernitana è accusata di aver lasciato fare, venendo meno ai suoi doveri di vigilanza e talora affidando i bambini proprio a coloro che si sarebbero rivelati orchi.

Secondo il pubblico ministero Cristina Giusti i bimbi erano costretti a subire atti sessuali di vario genere, “consistiti – si legge nella richiesta di rinvio a giudizio – in masturbazioni, rapporti orali, toccamenti, rapporti o manipolazioni genitali e anali, anche con l’uso di giocattoli sessuali”, simulando giochi solo in apparenza innocui. L’orrore è emerso quando alcuni genitori hanno notato nei figli situazioni di malessere e alcuni minori hanno iniziato a raccontare.

I bambini che sarebbero finiti nella rete dei pedofili sarebbero almeno otto, i cui genitori si sono costituiti parte civile. Ed è stato proprio uno degli avvocati delle vittime, Cecchino Cacciatore, a chiedere, a suo tempo, che nel processo entrasse anche il Ministero dell’istruzione, chiamato in causa come responsabile civile.

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