Il “nostro” Angelo Giubileo ci presenta così la sua ultima fatica letteraria, risalente ai “sentieri interrotti” heideggeriani (e oltre) della Grande Storia – umana in una parte assai più che minima -, che dice “vorrebbe rendere partecipi a quanti e fintantoché siano desiderosi di percorrerli”.
IL GRANDE PAN E’ VIVO (2017), “espresso nel linguaggio antropomorfo della poesia, che è proprio del mythos, è testo che racchiude una narrazione complementare alla precedente” dal titolo SULLA NATURA DELLE COSE (2016). E aggiunge: “Nella narrazione precedente, attraverso un linguaggio pur esso stesso antropomorfo, le forme prevalentemente usate erano state quella verbale e numerica tipiche della filosofia e della matematica”.
Nel presentare quest’ultima tappa del viaggio, l’Autore conclude precisando che “in essa, il discorso che attiene alla comprensione dell’essere si sviluppa attraverso un metodo di ricerca e di analisi che più è adatto e quindi meglio si conforma alla natura (physis) delle cose”.
In estrema sintesi: dal Caos della Teogonia di Esiodo … alle origini di 13.820 milioni di anni fa circa (e oltre). Finanche in attesa di una sua prossima opera.
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