Un’intera giornata per parlare di libri e di terra, di storia e di responsabilità per riscrivere il futuro, di realtà asservite e di utopie affrancate. Magliacano – recentemente insignito del premio “Gelsomina Verde” per essersi, con la sua opera, contraddistinto “con impegno e passione ed esempio di vita, nella lotta alle mafie e nell’affermazione delle verità storiche e del sentimento di giustizia” – presenterà il suo volume “TERRO(M)NIA.
Ritorno alla mia terra”: un “romaggio” – omaggio in forma di romanzo-saggio – dedicato alla nostra terra “felix”. Un libro che ha raccontato all’Italia le nostre risorse umane, paesaggistiche, artistico-culturali, oltre alla generosità del nostro territorio.
L’autore ci ricorda, attraverso la sua opera, ciò che eravamo e ci mostra ciò che potremmo essere se solo recuperassimo quel tratto caratteristico che fino al secolo scorso ha reso vitale e fertile la nostra Campania. Magliacano arriva ad auspicare che la grandezza del Sud potrebbe un giorno rendere Magna e Felix l’Italia, fino a “meridinalizzarla”.
Il libro dell’autore salernitano si lega al progetto “MeLo adotto”, che si propone la riforestazione di tutte quelle terre mortificate dalle mafie, dall’incuria e dalle umane cupidigie, attraverso la piantagione di meli, simbolo di conoscenza e libero arbitrio. Il progetto nasce anche dall’esigenza di restituire alla terra quanto da essa prendiamo: stampare un libro significa tagliare un albero, per questo con il ricavato di TERRO(M)NIA l’autore pianterà meli.
I testi di Magliacano non sono, quindi, solo da leggere, in quanto sono libri che fruttano, nel vero senso della parola, mele (annurca). La giornata di sabato si aprirà alle ore 10.30 con l’incontro degli alunni della scuola paritaria S. Teresa B. G., cui sarà affidato un melo. In serata, poi, alle ore 18, seguirà, alla libreria Ex libris cafè, l’incontro con i genitori e tutta la cittadinanza per parlare, attraverso i libri di Magliacano, delle potenzialità e delle fertili realtà che contraddistinguono la nostra terra.
Il tutto accompagnato da assaggi di mele annurche, coltivate da contadini che resistono alle egemonie di mercato e del vino della legalità, la Falanghina Selva Lacandona, prodotta su un fondo confiscato alla camorra e gestito dall’associazione (R)Esistenza anticamorra di Scampia (NA).
TERRO(M)NIA, un libro da (as)saggiare, per una terra da (ri)leggere.
SINOSSI
TERRO(M)NIA. Ritorno alla mia terra
Il protagonista della storia, salernitano di origine e di formazione, si trasferisce, una volta conseguita la laurea, nelle “fertili” terre del Nord, con la speranza di rifarsi una vita dignitosa.
Ma dopo un decennio speso a creare ricchezze per il Nord, contribuendo ad ampliare il divario tra le due Italie, i morsi della coscienza lo riportano a rivalutare quella coatta condizione d’emigrato (che gli si era presentata nelle false spoglie di scelta), e a recuperare un rapporto con la sua terra che si stava lacerando.
Inoltre, da alcuni incontri con delle sue vecchie conoscenze – la mela annurca, l’aglianico, un’alfasud targata SA, un album Panini del campionato 1986-87, i libri di Silone, il vinile “Terra mia” di Pino Daniele e altri amici – capisce che le sue radici trapiantate in quelle nordiche e gelide lande non daranno mai dei frutti, oltre a correre il rischio di inaridirsi. Comprende che “le radici spesso sono più forti dei rami: la terra protegge e nutre, il sole, il vento e la tempesta a volte non lasciano appigli”.
Decide allora di tornare alla (sua) terra e riconciliarsi con essa, lottare per quella madre-terra che gli aveva dato la vita e accudito nella sua crescita. In fondo era in debito con Lei ed era ora di saldarlo. Sapeva che la sua era una terra generosa, rimasta umile e umana, e che ancora conservava un’anima, anche se in superficie puzzava di disfacimento e vestiva abiti di degrado.
E voleva che il mondo lo sapesse, soprattutto quel nord che invece in apparenza sfoggiava una mise signorile ed emanava fragranze mondate, mentre nel profondo covava un atarassico vuoto.
Il protagonista-narratore della non-fiction nouvelle intraprende, quindi, un viaggio di ritorno alla (sua) terra con l’intento di fondare un movimento politico che, partendo dal Meridione, potesse dare una nuova vita e garantire un futuro all’Italia e alla vecchia e decadente Europa: la passionalità e l’umanità del Sud salveranno l’Occidente.
“Cara Europa, SUD-Ora et labora!”