“La giornata di mobilitazione generale – sottolinea Patrizia Spinelli – rappresenta il tentativo ulteriore di invitare civilmente le nostre Istituzioni e gli Enti Locali a fare qualcosa di concreto per dare una risposta efficace a decine di migliaia di lavoratori che si ritrovano in un mezzo ad una strada senza alcuna prospettiva di futuro. In provincia di Salerno i lavoratori dell’edilizia sono diventati invisibili.
Nessuno si interessa della loro sorte: Provincia e Comuni fermi ed incapaci di articolare un piano straordinario di interventi a valere, evidentemente, sui fondi europei. Mentre aspettiamo la partenza dei tantissimi progetti declamati come poesie ad uso e consumo mediatico, intere famiglie vivono giorni di disperazione”.
“Alla prova dei fatti anche nei primi cinque mesi del 2017 non c’è stata alcuna inversione di tendenza. Non si aprono cantieri, anche di piccole dimensioni – continua Spinelli – né partono grandi opere strategiche. L’ammodernamento ed il potenziamento del raccordo Salerno-Avellino e la realizzazione delle gallerie di Porta Ovest rappresentano l’emblema di una città e di una provincia ferme al palo. Per non parlare della vergognosa situazione di abbandono degli edifici scolastici. Ogni giorno i nostri ragazzi vengono esposti al rischio di incidenti che potrebbero causare gravissime conseguenze”.
“E’ evidente – conclude Spinelli – la latitanza attiva di orni responsabilità istituzionale. Nessuno ha raccolto gli appelli al confronto operativo che abbiamo lanciato da mesi. Nessuno muove un dito. Eppure la narrazione ufficiale della politica e delle Istituzioni parla il linguaggio di chissà quali traguardi raggiunti. Ci aspettiamo nei prossimi giorni, se non nelle prossime ore, la convocazione di un Tavolo Provinciale Anti-Crisi per l’Edilizia al quale vorremmo incontrare la Provincia, il Comune capoluogo, la Regione, le imprese, l’Autorità Portuale, l’Università: insomma tutti quei soggetti che possono contribuire a creare occasioni di lavoro in tempi compatibilmente brevi. E’ chiedere troppo?”.