Gli uomini e le donne sbarcate dalla nave di Medici Senza Frontiere sono persone che hanno subito torture: violenze sessuali, bastonate, bruciature di sigarette e tutte le mortificazione di un campo di prigionia. Portano con sé un enorme bagaglio di esperienze durissime, ma invece qualcuno in città pensa di poterli accogliere con una bella etichetta, già prima che mettano piede, in molti casi per poche ore, a Salerno. “Ladri di lavoro, di schede telefoniche di pasti prelibati e letti caldi”: così vengono etichettati dalla retorica reazionaria e fascista di mass e media e di alcuni irresponsabili. Usciamo dall’emergenza, dando vita ad un modello di accoglienza diffuso nel Paese, operando sulla scorta di quanto da anni ci suggeriscono le associazioni e gli operatori che provano a tutelare i rifugiati. Promuoviamo una politica sociale che non metta nelle mani di pochi la gestione dei progetti, evitando che qualcuno ne faccia un business. Ci rivolgiamo, pertanto, ai comuni della provincia di Salerno invitandoli ad aderire alla rete dell’accoglienza e della gestione pubblica prevista nei progetti Sprar, in modo da rimettere in moto competenze e capacità di fare rete insieme alle associazioni, alle strutture e alle professioni presenti sul territorio.
Lo scrive in una nota l’Ufficio Stampa Sinistra Italiana di Salerno