Il primo anno in granata di Alessandro Rosina è stato caratterizzato da più ombre che luci. Il rendimento a corrente alternata del mancino calabrese ha fatto sì che in molti, a più riprese, si siano ritrovati a storcere il muso di fronte alle scelte di Sannino (che lo ha utilizzato anche come interno di centrocampo) prima e di Bollini poi di puntare su di lui, anche a costo di lasciare fuori Donnarumma e di dividere i gemelli del gol. Al di là dei moduli, delle polemiche, dei numeri, in molti si sono chiesti, vedendolo all’opera, che fine abbia fatto il giocatore esplosivo, capace di saltare uomini come birilli, di segnare gol a grappoli e di sfornare assist con continuità impressionante.
Certo, gli anni passano per tutti, e dunque anche per Rosina (che solo l’anno scorso a Bari aveva segnato 12 gol e dispensato 11 passaggi vincenti ai compagni). Ma comunque, visto che la società di Lotito e Mezzaroma ha puntato fortemente su di lui (facendogli sottoscrivere un quadriennale a cifre importanti, nonostante i 33 anni compiuti a gennaio), da un giocatore dotato del suo talento è lecito aspettarsi sempre tanto. A parziale scusante, bisogna sottolineare che Rosina ha saltato in toto la preparazione estiva, visto che era in atto un autentico braccio di ferro col Catania, e nonostante questo non si è mai tirato indietro, quando Sannino e Bollini gli hanno chiesto di scendere in campo.
E il problema ad un polpaccio accusato in chiusura di 2016 gli ha impedito di fare il richiamo nel corso della sosta invernale del campionato di Serie B. Stavolta, partendo sin dall’estate col gruppo granata, Rosina potrà certamente presentarsi in condizioni migliori, potrà fare prima la conoscenza dei compagni di reparto e assimilare i dettami tattici. E potrà puntare a fare meglio e ad essere più costante di quanto non gli sia riuscito nel suo primo anno in granata. Altrimenti il suo contratto “pesante” potrebbe cominciare a far storcere il muso anche alla proprietà.