Conosco Davide da quando giocava, una persona vera, leale come poche. Grande allenatore? Questo mi interessa meno, oggi. E il pensiero vola al 14 luglio 2014 e a quel terribile incidente che lo privò del suo amatissimo figlio Alessandro, quattordicenne (quante volte il 14…). Quando lo risentii, dopo diversi giorni e dopo aver mandato un vigliacco sms di solidarietà perché in questi casi ti senti piccolo piccolo e non hai il coraggio, trovai un uomo straordinario. Quasi quasi lui stava dando forza a me, teneva tutto dentro, come se avesse avuto inizio un nuova missione della sua vita. Ci sono lacrime che restano dentro, ci sono momenti che non puoi spiegare a te stesso, figuriamoci a un giornalista. Ora è struggente pensare che nessuno gli restituirà quanto un destino bastardo gli ha tolto. Ma ora nasconditi in un cantuccio, Davide. E piangi di gioia, affogando per un minuto ciò che non si potrà affogare nemmeno per un nanosecondo. Alessandro è stato il tuo angelo, da lassù…
dal sito Alfredopedulla.com