Agli adulti la Polizia spiega che “chi aderisce alla sfida del Blue Whale viene indotto a tenere ostinatamente all’oscuro gli adulti significativi, insegnanti e genitori in primis, adducendo giustificazioni e scuse per spiegare ferite, cambi di abitudini, comportamenti inusuali: approfondite sempre quello che non vi convince”.
Si consiglia, dunque di aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in rete: “parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno”.
La polizia insiste sottolineando: “se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sul Blue Whale, parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire: può capitare che quello che agli adulti sembra “roba da ragazzi” per i ragazzi sia determinante”. Invita, infine, gli adulti anche a segnalare casi sospetti tra gli amici dei figli.
Ai ragazzi la Polizia spiega:” se ti sei lasciato convincere a compiere alcuni passi della pratica Blue Whale, non sei obbligato a proseguire: parlane con qualcuno, chiedi aiuto, chi ti chiede ulteriori prove cerca solo di dimostrare che ha potere su di te”.
E ancora,”se conosci un coetaneo che dice di essere una Blue Whale parlane subito con un adulto: potrebbe essere vittima di una manipolazione psicologica, di una suggestione e il tuo aiuto potrebbe farlo uscire dalla solitudine e dalla sofferenza”.
Oppure “ae qualcuno ti ha detto di essere un “curatore” per la sfida Blue Whales sappi che potrebbe averlo proposto ad altri bambini e ragazzi: parlane con qualcuno di cui ti fidi e segnala subito chi cerca di manipolare e indurre dolore e sofferenza ai più piccoli”.
“In rete come nella vita – conclude la Polizia – aiuta sempre chi è in difficoltà”. La stanza virtuale dedicata a blue whale si raggiunge dall’indirizzo www.commissariatodips.it.