A supporto degli indicatori di cui sopra la Scheda Fair Play che individuava i seguenti “elementi”: 1) disponibilità di una foresteria, 2) centro sportivo di proprieta’, 3) presenze di figure extra calcistiche dedite ai giovani, 4) tutor scolastici e psicologi, 5) numero di atleti presenti in convitto, 6) numero giovani convocati con le nazionali giovanili, 6) numero delle persone destinato al settore giovanile, 7) ammontare delle spese destinate al vivaio.
Sulla base degli indicatori “de quo” è stata elaborata l’ideale classifica dei migliori vivai della Serie B composta come segue: Spezia, Cesena, Virtus Entella, Brescia, Ascoli, Cagliari, Pescara, Livorno, Como, Crotone, Vicenza, Bari, V. Lanciano, Modena, Ternana; Pro Vercelli, Perugia, Novara, Avellino, Trapani, Latina e Salernitana.
In termini di budget, l’importanza della gestione dei vivai dei club di calcio di serie B trova riferimento nei presupposti del fair play finanziario che vede i club di serie cadetta diminuire i costi degli stipendi dei propri calciatori.
Le società di seria B, che hanno pianificato di raggiungere il “punto di pareggio tra costi e ricavi”, risultano essere Spezia (-2.50 mln di euro), Bari (- 2.10 ), Vicenza ( – 2.00), Latina ( – 1.50), Cesena (- 1.10), Ascoli e Novara (- 1.00), Avellino (-800), Perugia (-600), Trapani (-400). Brescia, Pro Vercelli, Salernitana e Ternana invece hanno attivato la scelta aziendale di non diminuire i costi societari legati agli stipendi dei calciatori. (fonte La Gazzetta dello Sport)
Dal punto di vista dei “costi di gestione”, il valore del personale tesserato in serie B,anche grazie alla norma limitativa, risulta essere pari a 7,9 mln di euro, valore che corrisponde al 51% del valore della produzione (il 7,4% in meno rispetto all’esercizio precedente), ed il valore degli ammortamenti si calcola per un importo pari a 2,3 mln di euro (esercizio precedente tale valore risultava essere pari a 3,0 mln di euro). (Report Calcio 2016).
Secondo l’indagine Report 2016, il “conto economico” della serie B: ricavi da stadio, sponsorizzazioni, ricavi commerciali e diritti televisivi, costituisce il 43% del valore della produzione (nell’esercizio precedente tale dato risultava essere pari al 26%). I valori aziendali appena evidenziati, rilevano come i club di calcio di serie B, per far aumentare i ricavi da stadio,marketing e merchandising, devono attivare progetti aziendali finalizzati alla fidelizzazione dei propri tifosi.
Sulla base dei dati societari, analizzati da Report Calcio 2016, le “governance delle società di calcio di serie B”, al fine di evitare ai soci dei club di riferimento, ricapitalizzazioni per recuperare le perdite di esercizio, devono attivare progetti di bilancio in sintonia con la normativa del” fair play finanziario”. Vivai del settore giovanile, strategia per vincere il “calcio austerity”?
Antonio Sanges – Dottore Commercialista
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