Si tratta di un 40enne di origine rumene residente a San Potito Ultra, in provincia di Avellino. L’uomo, nei giorni scorsi, come si legge sul sito www.ladenuncia.it, si era allontanato dal reparto di malattie infettive dell’ospedale “Moscati” di Avellino dove era stato ricoverato proprio a seguito della diagnosi di tubercolosi.
Una malattia debellata in Italia ma molto diffusa tra gli stranieri ed in particolare tra i migranti. Una volta fuori dall’ospedale lo starniero è riuscito a far perdere le proprie tracce. Quasi sicuramente il 40enne, lasciato l’ospedale, è tornato a San Potito. Ipotesi questa, rafforzata dal fatto che, successivamente, nello stesso ospedale avellinese e sempre per tubercolosi, è stato ricoverato un 12enne italiano residente a San Potito.
Ricevuta la denuncia di allontanamento del romeno dall’ospedale da parte del primario di Malattie infettive Nicola Acone, i carabinieri, nel giro di qualche ora, hanno rintracciato l’uomo portandolo, in maniera coattiva, all’ospedale di Avellino.
In assenza di posti liberi, è stato quindi disposto il trasferimento a Salerno. Successivamente si è appreso che anche il figlio di tre anni del rumeno, ha contratto la tubbercolosi e, attualmente è ricoverato al ”Moscati”.
La tubercolosi polmonare è una infezione latente, che si trasmette per via aerea attraverso goccioline di saliva emesse con la tosse secca. I sintomi sono una tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre, sudorazione notturna e perdita di peso. L’infezione di altri organi provoca una vasta gamma di altri sintomi.
Sicuramente salerno ora deve alzare la guardia per due motivi, il primo è una probabile fuga del rumeno dal presidio ospedaliero del centro cittadino, la seconda è il fatto che molti immigrati richiedenti asilo passano sempre per la città di Salerno. Ovviamente non si può parlare di allarme tubercolosi, ma sicuramente la guardia non va abbassata
Fonte Le Cronache oggi in edicola (articolo di La denuncia.it)