A loro, proprio in mattinata, è giunta nella tristezza generale e sentitamente affranta la notizia della scomparsa del giovane professore Felice Tommasone, docente di lettere presso il Liceo cittadino di Salerno, da tempo sofferente di cuore .
Aveva presentato recentemente si suoi romanzi “Oltre la vita ……….l’incanto” e “Abissi” , in procinto di pubblicarne un terzo. Il suo cuore non ha retto e , in attesa di trapianto, ha smesso di battere strappandolo all’affetto della famiglia e della scuola tutta.
”L’Amore quando fa male fa crescere– scrive Anna Procida, collega di Tommasone e nume tutelare di questo giovane e più che promettente scrittore salernitano – fa conoscere agli altri , fa cambiare , fa conoscere se stessi . Nato dall’esigenza di far luce su un sentimento celato dal tempo”. Nobile la causa e la sua scelta di devolvere in beneficenza i diritti d’autore, per l’acquisto di un defibrillatore della scuola e per sostenere l’Associazione di Volontariato Nico Puoti di Eboli.
Quel defibrillatore , che lui aveva donato alla scuola, proprio la settima scorsa ha salvato la vita ad una collega soccorsa in classe.
Felice Tommasone anche nel suo secondo romanzo “Abissi” narra vicende dei nostri giorni tra Salerno, Roma e la Francia meridionale, in un’altalena di cadute e risalite che accomunano i personaggi che lottano per abbandonare ognuno il proprio “abisso” e ricomporre la singola vicenda nella storia dell’uomo che lotta, sbaglia, si confronta. In una parola “vive”.
Durante la giornata commemorativa il pensiero e il ricordo dei momenti sereni e piacevoli trascorsi con il prof. Tommasone e con i suoi colleghi scomparsi sono stati narrati dai ragazzi, dalla dirigente Elisabetta Barone ,tra la voce spezzata dal dolore ma ricca di intensità vitale, come la voce lirica di Rosa, collega pianista e di canto , l’oboe di Antonio e l’organo suonato da Anna , che subito dopo nell’aula magna con l’orchestra sinfonica diretta dal M° Matteo Gigantino ha riunito tutta la comunità del Liceo intorno alle parole di S. Agostino :
“La morte non è niente
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato,
che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce,
non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Sul maxischermo scorrevano queste parole e le immagini dei momenti felici trascorsi a scuola. I familiari presenti, gli studenti, il personale del Liceo “Alfano I” ha celebrato un giorno triste, oggi 5 giugno 2017 , alla fine di un anno scolastico faticoso, impegnativo, ma ricco di umana fragilità, nella commozione di un abbraccio collettivo, che li ha uniti ancor più tra loro, con una luce che filtrava dalle finestre illuminando le loro lacrime e invitando tutti a guardare “oltre …l’incanto della vita”!