“Questa modalità – spiega Saitta – intende ridurre i disagi a carico delle famiglie ed eliminare un passaggio burocratico. A quel punto saranno infatti le aziende sanitarie, dopo aver acquisito le richieste dalle scuole, a chiamare le famiglie per le sedute vaccinali a seconda di quanto previsto dal piano nazionale”. Il coordinatore degli assessori regionali alla sanità ricorda che le Regioni avevano già iniziato a lavorare sull’obbligo delle vaccinazioni attraverso diverse leggi regionali, alcune già approvate, alcune ancora in fase di discussione. “Ritengo quindi assolutamente positivo che ci sia una norma nazionale sul tema – dichiara Saitta – perché lo Stato ha il dovere di garantire la tutela della salute dei cittadini, sia salvaguardando l’individuo malato che necessita di cure sia tutelando l’individuo sano. Non si può infatti ignorare che l’introduzione delle vaccinazioni abbia consentito nel tempo di ridurre la diffusione di alcune malattie gravi e mortali. Ma proprio il successo delle vaccinazioni può aver indotto a pensare che non sia più necessario vaccinarsi e sta così determinando le condizioni per la ripresa e la diffusione delle malattie”. “Nello specifico – conclude il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni – il fatto che il testo conceda alle famiglie nove mesi di tempo per mettersi in regola ci consente di superare i timori che avevamo sull’applicazione del decreto dal punto di vista organizzativo e sui problemi che avrebbe potuto creare”.