Una squadra, che almeno sulla carta, annovera giocatori importanti per ben figurare. Di contro c’è Lotito che se da un lato rassicura tutti sulle intenzioni di far bene nella prossima stagione dall’altro ha ricordato l’esposizione debitoria del club, un milione e mezzo di euro da ripianare così come gli 800mila euro per l’iscrizione.
E poi quelle frasi sibilline. «Una persona non resta in un posto a dispetto dei Santi. Se resta deve avere almeno la soddisfazione di essere considerato. Le piazze devono cercare di tenersi strette le proprietà solide.Dopo avere portatola Salernitana in B non lavoriamo certo per farla retrocedere». Salerno è grata a questa società per il lavoro svolto ma non per questo non può dire la sua avendo contribuito, e non poco, al bilancio con incassi pesanti al botteghino e con una media di quasi 11mila tifosi a partita. Chiedere di più e meglio non significa mettere alla porta questa proprietà. Chiedere una stagione di vertice non significa minare la solidità di questa società.
Lotito e Mezzaroma, al netto della corsa del multipatron alla carica di presidente della B, sanno bene che non possono permettersi ulteriori passi falsi. Il settimo anno a Salerno della pattuglia dirigenziale romana, il terzo anno tra i cadetti non potrà rispecchiare il solito clichè fatto di false partenze, di errori in fase progettuale salvo poi rimediare in corso d’opera.
Se da un lato Lotito e Mezzaroma hanno riportato Salerno nel calcio che conta una costante ha quasi sempre caratterizzato il cammino con continui valzer di tecnici e calciatori. Un ultimo appunto. Dei 21 calciatori del vivaio giovanile della Lazio soltanto due hanno avuto fortuna in granata: parliamo di Alessandro Tuia e di Minala. Quest’ultimo conosciuto solo nella seconda parte di questa stagione che si è appena conclusa.
Fonte LiraTv