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La promozione in A dei sanniti diventa il fardello di Lotito che però pensa al bilancio

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La serie B della prossima stagione sarà a tutti gli effetti una serie A2 per il blasone di tanti club prestigiosi, nobili decadute e neo promosse pronte a recitare il ruolo di outsider come fatto da Spal e Benevento nel campionato appena andato in archivio. Si riparte da alcune certezze: il patrimonio di entusiasmo del tifo granata, 11mila tifosi a partita non sono pochi e vanno preservati. Le ambizioni della piazza non più disposta a recitare un ruolo da comparsa soprattutto dopo la massima serie centrata dai cugini sanniti, partiti in B con un anno di ritardo rispetto ai granata proprio per merito della Salernitana di Menichini ma che in un anno hanno bruciato le tappe andandosela a giocare conto Juve, Napoli, Roma,Milan, ecc.

Una squadra, che almeno sulla carta, annovera giocatori importanti per ben figurare. Di contro c’è Lotito che se da un lato rassicura tutti sulle intenzioni di far bene nella prossima stagione dall’altro ha ricordato l’esposizione debitoria del club, un milione e mezzo di euro da ripianare così come gli 800mila euro per l’iscrizione.

E poi quelle frasi sibilline. «Una persona non resta in un posto a dispetto dei Santi. Se resta deve avere almeno la soddisfazione di essere considerato. Le piazze devono cercare di tenersi strette le proprietà solide.Dopo avere portatola Salernitana in B non lavoriamo certo per farla retrocedere». Salerno è grata a questa società per il lavoro svolto ma non per questo non può dire la sua avendo contribuito, e non poco, al bilancio con incassi pesanti al botteghino e con una media di quasi 11mila tifosi a partita. Chiedere di più e meglio non significa mettere alla porta questa proprietà. Chiedere una stagione di vertice non significa minare la solidità di questa società.
Lotito e Mezzaroma, al netto della corsa del multipatron alla carica di presidente della B, sanno bene che non possono permettersi ulteriori passi falsi. Il settimo anno a Salerno della pattuglia dirigenziale romana, il terzo anno tra i cadetti non potrà rispecchiare il solito clichè fatto di false partenze, di errori in fase progettuale salvo poi rimediare in corso d’opera.

Se da un lato Lotito e Mezzaroma hanno riportato Salerno nel calcio che conta una costante ha quasi sempre caratterizzato il cammino con continui valzer di tecnici e calciatori. Un ultimo appunto. Dei 21 calciatori del vivaio giovanile della Lazio soltanto due hanno avuto fortuna in granata: parliamo di Alessandro Tuia e di Minala. Quest’ultimo conosciuto solo nella seconda parte di questa stagione che si è appena conclusa.

Fonte LiraTv

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