Il 19 aprile scorso, la 58enne aveva già effettuato tutti i controlli prima dell’operazione, che era stata fissata per il 5 maggio. Il giorno precedente, invece, la paziente arriva al presidio, ma – stando alla sua versione dei fatti – la dimettono un’ora dopo perché vengono disposti ulteriori controlli cardiologici.
Alla donna, infatti, viene applicato l’holter. Infatti, il quadro che appare indicativo per la lesione nodulare, con aspetti morfologici di variante ossofila, aveva bisogno di un ulteriore approfondimento, al fine di valutare i caratteri biologici del nodulo trovato alla tiroide.
Successivamente viene programmato un nuovo intervento per il 13 giugno, ossia ieri. Lunedì scorso, però, pochi minuti prima del ricovero un nuovo stop. «Mi hanno contattato per comunicarmi che all’ospedale sono garantiti solo gli interventi urgenti», ha detto la donna.
«È una vergogna. Adesso sarò costretta ad andare a Pisa per sottopormi a questo intervento. C’è scarsa serietà in questo ospedale e tengo presente i costi di andata e ritorno per le cure in Toscana, visto che sono una pensionata.
Ribadisco che è una vergogna. La storia andava avanti dal mese di marzo. È davvero una vergogna e continuerò a ripeterlo».