S.R.nel 2012, si reca presso una struttura sanitaria privata per mettere la parola fine ad un lieve difetto fisico che le crea alcuni complessi: le grandi labbra della vulva sono asimmetriche.
Concordato l’intervento con il medico durante l’operazione avviene l’asportazione di quei millimetri di tessuto che le causavano dei disagi psicologici. Dopo l’intervento la ragazza viene dimessa, con la prescrizione di una terapia farmacologica, ma già a partire dalle ore successive comincia ad avere diversi problemi.
Alcuni giorni dopo si rivolge ad un ginecologo che vista la situazione di infezione che si era creata decide di pulire chirurgicamente la parte e dunque viene asportato altro tessuto.
La guarigione della ragazza è molto lenta e non senza conseguenze permanenti. Il medico che ha operato la giovane è accusato di lesioni personali gravi in mancanza di un consenso informato validamente prestato, quindi omettendo di fornire adeguate informazioni circa l’esecuzione, gli esiti e le eventuali complicanze dell’intervento.
Insieme a lui a processo anche l’anestesista e il direttore sanitario della struttura privata. Quest’ultimo risponde di omesso controllo
fonte Le Cronache